Vicini alle sofferenze di chi vive le «sciagure» che stanno segnando in modo drammatico questi giorni. La Diocesi di Ragusa aderisce alle iniziative di preghiera e di solidarietà lanciate dalla Conferenza episcopale italiana per manifestare comunione e attenzione a chi vive la drammatica situazione della guerra in Ucraina e alle popolazioni di Turchia e Siria colpite dal terremoto dello scorso 6 febbraio. Il 10 marzo in tutte le parrocchie sarà celebrata una santa messa per le vittime della guerra in Ucraina e per invocare il dono della pace. Il 26 marzo, invece, facendo proprio l’appello di Papa Francesco, la Presidenza della Cei ha deciso di indire una colletta nazionale, con le offerte che saranno devolute per alleviare le condizioni dei sopravvissuti al sisma che hanno bisogno di tutto, stretti tra le difficoltà del reperimento di cibo e acqua e le rigide condizioni climatiche.
«Anche noi, nella nostra Diocesi, desideriamo inserirci – ha scritto il vescovo monsignor Giuseppe La Placa in una lettera inviata a tutti i presbiteri – in questo fiume di preghiera, affinché la grazia della celebrazione eucaristica possa essere di sostegno a coloro che sono morti e che si presentano davanti a Dio, lenire il dolore dei familiari che ne piangono la scomparsa e affrettare i tempi per il cessate il fuoco e il ristabilimento della pace nella giustizia in Ucraina». L’invito alle comunità ecclesiali è quello di unirsi in preghiera «a ripetere il nostro “no” deciso a tutte le forme di violenza e di sopraffazione, il nostro “mai più” alla guerra». Ferma restando la necessità, sottolinea ed evidenzia il vescovo, «dell’impegno che tutti i governanti, a vario titolo coinvolti in questa amara pagina della nostra storia attuale, sono chiamati a profondere per il raggiungimento della pace nella giustizia, come credenti non possiamo non riconoscere che siamo chiamati a unirci in preghiera per invocare il dono della pace nel mondo. La guerra, sconfitta dell’umanità, provoca morte e distruzione, gettando nella disperazione e nel pianto tutte le popolazioni coinvolte, con la tragica conta delle vittime che si porta dietro».
Anche la colletta per le popolazioni colpite dal terremoto, già messe in ginocchio, soprattutto in territorio siriano, da un conflitto lungo 12 anni, mira a manifestare concreta vicinanza ai più poveri e ai più sofferenti. «Sarà un segno concreto di solidarietà e partecipazione di tutti i credenti – scrive ancora il vescovo – ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate; sarà anche un’occasione importante per esprimere nella preghiera unitaria la nostra vicinanza alle persone colpite».