Un documento comune per chiedere altri 60 giorni di tempo per presentare le opposizioni all’impianto eolico in mare denominato ‘Scicli’ è stato siglato ieri pomeriggio su proposta del deputato regionale Nello Dipasquale. L’atto è stato trasmesso alla Capitaneria di Porto. Erano presenti all’incontro i rappresentanti dei Comuni, delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali. “Al territorio serve maggiore tempo per approfondire in maniera esaustiva tutti gli aspetti tecnici legati alla richiesta. Per questo motivo abbiamo trasmesso un documento condiviso, attraverso il quale si chiede la proroga dei termini di scadenza assegnati (ulteriori 60 giorni) per consentire i dovuti approfondimenti tecnico-giuridici e le ricadute positive per il territorio in uno con le parti interessate”, ha dichiarato il Commissario Salvatore Piazza. Un rinvio per un’indispensabile fase di approfondimento e confronto, come aveva auspicato il candidato sindaco Riccardo Schininà nei giorni scorsi, avvertendo la necessità “su un progetto così impattante, di avviare un confronto con tutti i portatori di interesse, fare un’analisi comparativa di costi e benefici”. Per Nello Dipasquale: “Su questa vicenda è necessario approfondire il più possibile tutti gli aspetti tecnici, quindi il territorio ha bisogno di tempo per farlo. Personalmente – ha chiarito – sono convinto che la realizzazione di impianti eolici a mare comporti conseguenze negative sulla navigazione, sulla pesca e sul paesaggio”. “Non abbiamo contezza – ha aggiunto – di quali saranno (se ci saranno) i vantaggi per il nostro territorio, nessuno è venuto a spiegarceli. Né ci è stato spiegato cosa ne sarà dell’impianto dopo i trent’anni di concessione: chi smonterà i pali eolici? Chi ci garantisce che ciò verrà fatto? I costi di dismissione saranno enormi e nessuno può assicurare che fra tre decenni non ci ritroveremo con degli impianti rifiuto vaganti per il Mediterraneo. Nessuno pensi che si possa venire a sfruttare il territorio dando in cambio solo le briciole e, per giunta, lasciando il cimitero delle pale eoliche in eredità alle future generazioni”. Parole che riprendono la riflessione di Schininà, per il quale, nella creazione di un parco eolico con 50 pali in mezzo al mare, ma visibili dal litorale, sembra “che si trascurino i potenziali danni derivanti dall’alterazione del patrimonio paesaggistico, a fronte dei quali occorrerebbe pretendere perlomeno un’equa compensazione economica, partecipando in misura significativa ai proventi dell’impianto. Ma per far questo, è necessario spendere la propria autorevolezza e peso politico, cosa che evidentemente manca a questa amministrazione. Restando in silenzio, continueremo a subire decisioni prese ad altri livelli senza che arrechino vantaggi per il nostro territorio, ma solo danni”. Tesi che ha ribadito ieri, in un’intervista a Tele Iblea, lo stesso commissario Piazza: “Noi vorremmo sentire dalla società interessata e da tutte le parti in campo quali possono essere i vantaggi per questa provincia, altrimenti l’impianto eolico sicuramente non si dovrà fare. Se ci saranno dei vantaggi che superano le difficoltà che ci sono state rappresentate sicuramente saremo favorevoli alla realizzazione dell’impianto”.