Legambiente Scicli Kiafura: Fornace Penna? Intervenire è ancora possibile

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“Ieri 10 febbraio il medicane Helios ha funestato la Sicilia orientale e tutti abbiamo temuto i danni che la tempesta avrebbe potuto provocare al territorio, alle attività produttive, ai monumenti” così interviene Alessia Gambuzza, presidente di Legambiente Scicli Kiafura “Giunta la sera, fa capolino sui social una foto sbiadita di Fornace Penna schermata da un vetro bagnato di pioggia, ritratta da una prospettiva che non lascia vedere la ciminiera.  Dai social ad alcuni giornali on line, è un attimo. “Crolla la Fornace di Punta Pisciotto”. La notizia, ancorchè imprecisa, arriva sulle testate nazionali che titolano “Crolla la Mannara di Montalbano”.

Comunque sia, al mattino dell’11 febbraio, arrivano le foto ufficiali dei Vigili urbani di Scicli, le quali mostrano chiaramente che la Fornace è tutta li. Si, qualche pietra è crollata, inevitabile, ma resiste e ci implora, ancora una volta, di fare presto”.

“E presto si può fare, basta volerlo. Basta che la politica si attivi. Il clima cambia rapidamente, è ormai compreso da tutti. La programmazione del Governo ne tiene conto e il Piano Nazionale di Adattamento alla Crisi Climatica (PNACC) per questo prevede uno specifico capitolo per i danni ai beni culturali causati dalla crisi climatica. In particolare si fa riferimento specifico anche al patrimonio culturale collocato sulle coste italiane. Chiediamo alla Regione Sicilia di non perdere più tempo e di attivare tutte le misure rapide e necessarie per mettere in sicurezza e preservare il Bene.

Ricordiamo che Legambiente Scicli Kiafura dal 2017, aveva avviato una interlocuzione con il compianto Sovrintendente ai Beni Culturali di Ragusa Architetto Calogero Rizzuto, sempre con l’obiettivo di accelerare i tempi di un intervento.  Contestualmente, con il supporto di Legambiente nazionale avevamo consegnato al ministro Franceschini un appello nel quale si mettevano in evidenza le ragioni per agire con la massima tempestività.

Dobbiamo anche ricordare che il 6 maggio 2016 la Fornace venne sequestrata, con ventuno indagati per i reati di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico ed artistico nazionale e per omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina, ma il tutto rimase senza seguito. Le passerelle dei politici, che annunciavano fondi per interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, sono rimaste vuote e silenziose.

La Regione Siciliana poi, manifestando interesse all’acquisizione, non ha affrontato la questione dei tempi lunghi degli espropri, anche perché il numero elevato di proprietari non collima con l’urgenza della messa in sicurezza del Bene.

Legambiente Scicli Kiafura ha più volte sostenuto in qualsiasi sede e per iscritto che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio consente di intervenire in tutti quei casi di urgenza nei quali non si ottiene la collaborazione della proprietà, in quanto conferisce al Soprintendente il potere di adottare senza indugio le misure necessarie alla conservazione del bene. È ancora quella la strada da percorrere e l’obiettivo potrà essere raggiunto se la società civile e le amministrazioni sapranno e vorranno collaborare.

Forse è davvero l’ultima volta che Fornace Penna fa sentire il suo grido di dolore. Ascoltiamolo”.

Anche il sindaco di Scicli, Mario Marino, interviene sulla questione:

“Sui social e molti siti di informazione, non solo locali, è stata veicolata l’immagine della Fornace Penna priva del proprio simbolo, la canna fumaria. A seguito di un sopralluogo effettuato dalla Polizia Locale e dalla Protezione Civile Comunale, a margine anche dei controlli per i danni causati dal maltempo, è stato riscontrato che non si è verificato il crollo dell’intera canna fumaria, così come erroneamente riportato in queste ore.

Lo scampato pericolo non significa che bisogna abbassare la guardia. Il Comune e gli sciclitani sono degli spettatori interessati di un disastro annunciato. Nel corso degli anni, tutta la città e le varie amministrazioni comunali, senza distinzioni politiche, hanno sempre fatto presente ad ogni livello istituzionale l’importanza di tutelare questo monumento archeologico industriale, che è stato anche teatro di riprese televisive ed è uno dei simboli della Provincia e del sud-est della Sicilia.

La Regione, attraverso la Soprintendenza, si era attivata per salvaguardare ciò che restava della fabbrica di laterizi bruciata nel 1921. Un iter non semplice e certamente di non breve durata. Nel 2021 la Regione Sicilia aveva stanziato € 534.600,00 al fine di mettere in sicurezza tutta l’area della Fornace Penna. Questo finanziamento non è stato possibile impiegarlo sia perché l’area di intervento è di proprietà privata sia per il contenzioso avviato dai proprietari, che si sono opposti in sede giudiziaria alla prosecuzione dell’iter. Sempre nel 2021, era stato emanato il Decreto regionale di Riconoscimento della Pubblica utilità.

Il mancato crollo (per quanto ancora?) impone una riflessione in capo a chi ha la possibilità di agire per impedire la perdita definitiva di uno dei più importanti gioielli della storia industriale locale e siciliana. A questo punto, l’Amministrazione e la Città di Scicli non possono che richiedere con forza un rapido e risolutivo intervento che sblocchi l’iter di messa in sicurezza per salvare ciò che resta della Fornace”