“La decisione dell’AST di sopprimere le corse urbane in quattro comuni della nostra provincia, (Ragusa, Modica, Scicli e Chiaramonte Gulfi) a far data dal 1° marzo, limita in modo inequivocabile il diritto di movimento per diverse categorie di persone e soprattutto per gli anziani”.
È quanto sostiene la Cgil.
“Persone che si vedranno limitare l’esercizio di diritti fondamentali come la fruizione di servizi essenziali, basta pensare alla necessità di raggiungere ospedali e presidi medici, o semplicemente centri sociali o luoghi di affetto e di preghiera. A questo punto è necessario e urgente un intervento risolutivo della deputazione regionale per evitare che questa soluzione determini gravose diversità tra cittadini che risiedono e vivono nello stesso territorio”.
“Questo è un affronto nei confronti dei cittadini, commentano Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa e Saro Denaro, segretario generale dello SPI CGIL di Ragusa, dopo anni di gestione scellerata, corruzione a pagare il prezzo più alto sono le comunità di oltre 20 Comuni in Sicilia dove non ci sarà più trasporto urbano.
Il Governo regionale affronti con serietà e determinazione questa questione senza sfuggire dalle responsabilità perché i cittadini già pagano caro il prezzo di una condizione generali dei servizi pubblici molto carente su tutti i fronti e quest’ultima vicenda non fa altro che aggravare la qualità della vita di miglia di persone spingendo la Sicilia sempre è più verso lo sprofondamento e l’enorme distanza con le realtà del resto della nazione dove, ad esempio sul TPO si fanno investimenti per incrementare i servizi anche in funzione di una mobilità sostenibile.
Qui invece si arretra sempre di più e questo non può essere accettato. Questo significherebbe sconvolgere la vita quotidiana di tante persone che non potrebbero usufruire, per non poter raggiungere i luoghi, di servizi essenziali e primari per la loro salute e per il loro tempo libero. Auspichiamo che la decisione assunta possa essere rivista e cancellata.
In più questa scelta ha delle ripercussioni negative anche sui livelli occupazionali per i 574 lavoratori diretti e i 200 somministrati. Attraverso le nostre istanze Regionali è stato chiesto al Governo Regione un vertice straordinario e immediato con la convocazione delle parti sociali per arrivare a una soluzione.
Riteniamo – aggiungono i due esponenti sindacali- che la regione debba ripianare i debiti ricapitalizzare la società e contemporaneamente dettare le linee guida per una riorganizzazione che renda l’Ast competitiva sul mercato in vista delle scadenze dettate dall’Unione europea, che ha detto basta alle concessioni in proroga e chiede di indire le gare entro il 2024.”