Sono trascorsi 4 mesi dalla scomparsa di Daouda Diane, ma ancora oggi non abbiamo notizie di lui. A Marina di Acate (RG) e dintorni le ricerche continuano. La procura indaga per omicidio e occultamento di cadavere. La nostra rete locale formata da: LIBERA, CGIL, ANPI, CARITAS RAGUSA, EMERGENCY Pozzallo, i circoli provinciali di LEGA AMBIENTE, MEDITERRANEA SAVING HUMANS, MH-CASA DELLE CULTURE, promuove e sostiene l’iniziativa “Chiediamo Verità per Daouda”. Un modo per dare voce alla società civile e rivolgersi a coloro che sanno qualcosa in merito, invitandoli a riferire tutto agli inquirenti. Un gesto del genere, infatti, potrebbe aiutare le indagini a fare finalmente luce sulla vicenda del giovane ivoriano. Da Palermo, nell’intervento conclusivo di “?????” sulle mafie globali a 22 anni dalla Convenzione di Palermo, anche Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, ha lanciato un appello per Daouda Diane, un giovane che ha avuto il coraggio di denunciare le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e che qualcuno ha fatto sparire.
Questo mese di novembre riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta dagli studenti della IV C dell’Istituto “Marconi” di Vittoria.
“Caro Daouda, siamo 17 studenti della IV C dell’Istituto Superiore “Marconi” di Vittoria (RG) indirizzo Alberghiero. Durante le ore di insegnamento di religione a scuola abbiamo affrontato il tema delle migrazioni e delle esperienze traumatiche che voi migranti vivete sin da quando lasciate il vostro Paese, nonché della piaga del caporalato. Come non restare scioccati dalla violenza che subite nell’inferno dei centri di detenzione libica e, infine, quando arrivate, in quella che poteva essere la vostra “terra promessa”. Questa spesso si trasforma per voi migranti in terra di schiavitù, impiegati a lavorare in nero, sfruttati da caporali senza scrupoli ed esclusi socialmente.
Noi ci stiamo formando perché un giorno vorremmo lavorare nel campo dell’accoglienza turistica/ristorazione, non di rado, anche noi veniamo sfruttati prima di essere poi riconosciuti nelle nostre competenze. La tua lotta per la giustizia, l’eguaglianza, la legalità, il riconoscimento dei diritti, la libertà è anche la nostra lotta. A scuola ci insegnano a maneggiare tanti ingredienti per realizzare dei piatti gourmet ma tu ci hai insegnato che è importante, per un Paese realmente democratico trattare altri “ingredienti” per gustare la bellezza del vivere insieme, in pace. Vogliamo essere uomini e donne amanti della verità, pronti a denunciare l’ipocrisia e l’ingiustizia.
Pensando a te, caro Daouda, ci è venuta in mente una canzone di Max Gazzè dal titolo “Il dio delle piccole cose”. Nella strofa finale così recita:
“Il Dio delle piccole cose aspetta la fine del cammino
Con un sacco sgualcito dal tempo ed un piccolo inchino
Chissà se ci ridà indietro le vite che abbiamo in sospeso
Io credo sia questo l’inferno e il paradiso”
Noi stiamo aspettando che si realizzi una civiltà degli uomini dove il rispetto, l’accoglienza e la giustizia siano sempre più i valori fondamentali. Non sappiamo se tu tornerai tra noi ma in questo “tempo sospeso” non vogliamo abbassare i riflettori sulla tua storia, sperando e realizzando un mondo migliore, fiduciosi nell’esistenza del dio delle piccole cose che trasforma il nostro quotidiano e le nostre vite in capolavori.
La nostra volontà di impegno oggi si traduce anche in un appello a chi sa qualcosa sulla tua vicenda affinché ci aiuti a fare verità, perché la verità è un diritto per ogni persona, anche per te, caro Daouda.”