Il nuovo regolamento dell’Ateneo di Catania aveva messo gli studenti in allarme. Un taglio del numero degli appelli che aveva mosso la Consulta degli studenti a chiedere all’Università di rivedere quella decisione. In queste ore è arrivata la posizione del Rettore, Francesco Priolo, che assicura: “La vostra richiesta avrà il mio sostegno”.
Ecco il testo della lettera aperta del Rettore:
Care studentesse, cari studenti,
ho sempre avuto con voi un rapporto aperto e sincero, voi rappresentate davvero la ragione per cui ho voluto assumermi una responsabilità tanto grande in un momento storico ancora difficile.
Sento, a questo punto, non solo di dovervi informare personalmente, ma anche di fare chiarezza in merito a questa parte di riforma del nostro Ateneo, riguardante il regolamento didattico e che negli ultimi giorni è stato motivo di agitazione.
Inizio subito col dire che stamattina ho voluto incontrare i vostri rappresentanti in seno al Senato accademico e al Consiglio di amministrazione. Ho ricordato loro come il testo del nuovo regolamento proposto dalla Commissione didattica fosse il frutto del lavoro coordinato dai miei delegati, ma come questo sia stato portato avanti per più di un anno da quelli di tutti i Dipartimenti, insieme agli studenti nominati dalla Consulta e ai membri del personale tecnico-amministrativo. Io, infatti, ho ricevuto la bozza del documento solo nel mese di luglio; da allora l’ho sottoposta a tutti i membri degli Organi di governo, invitando in ognuna delle tre sedute di luglio e settembre non solo a una lettura attenta, ma anche alla presentazione per tempo di eventuali richieste di modifica. Le uniche proposte pervenute in tre mesi sono a firma di senatori e consiglieri che rappresentano la parte docente e sono state tutte accettate; quando martedì 18 ottobre, nel pieno dello scorso CdA, mi è stato inviato il documento proposto dalla Consulta, ho scelto immediatamente di sospendere l’iter di approvazione per prenderne visione con la dovuta attenzione.
Ho ritenuto doveroso riprendere i passaggi principali di questo processo per sgombrare il campo da ogni equivoco e ho quindi informato i vostri rappresentanti che, in base a quanto chiesto dalla Consulta, ho intenzione di proporre agli Organi collegiali di governo dell’Ateneo che il nuovo regolamento didattico mantenga il numero degli appelli previsto fino ad oggi.
Questo, lo ricordo, è pari a 10 ed è in assoluto il più alto in Italia: Bologna, Palermo e Messina, tanto per portare alcuni esempi, ne prevedono 6; Padova 5 e Venezia Ca’ Foscari addirittura 4.
Era chiaramente intenzione della Commissione allineare il nostro Ateneo agli altri, diminuendo, seppur di poco, il numero di pause didattiche, ma posso dirvi che la vostra richiesta avrà il mio sostegno. In questo senso, proporrò anche che venga cancellato l’articolo che prevede la possibilità per i Dipartimenti di introdurre il “salto di appello” in caso di bocciatura.
Considero che queste richieste di emendamento, su un totale di 37 articoli, contribuiscano all’ottimale approvazione di un regolamento frutto di un lungo lavoro condiviso e partecipato.
Questa, d’altro canto, è la linea che abbiamo sempre seguito: sappiate che le istanze presentate dai vostri rappresentanti eletti sono sempre state discusse nelle sedi legittime, e che ciascuno di loro ha preso parte attiva al processo di miglioramento che da qualche anno l’Ateneo ha messo in campo. Penso, ad esempio, alle misure premiali del merito, ai buoni libro, agli abbonamenti agevolati al trasporto pubblico, ai fondi destinati alle vostre associazioni, all’ammodernamento delle aule, ai corsi gratuiti di lingue straniere, all’istituzione dello spazio di ascolto e al raddoppio dei fondi destinati alla mobilità internazionale.
Concludo dicendovi che conosco bene le difficoltà che avete attraversato in questi anni e che comprendo le vostre paure. Vi chiedo però di avere fiducia: il nostro obiettivo è davvero quello di permettervi di coronare i vostri sogni. Siate, quindi, sempre orgogliosi del vostro Ateneo, della sua storia e di tutto quanto stiamo costruendo insieme.