Nel weekend un primo faccia a faccia. Poi, questa mattina, una telefonata di aut aut: o dimissioni o ‘licenziamento’, cioè ritiro delle deleghe assessoriali. Poco dopo il post su facebook e la comunicazione alla stampa: Ciccio Barone non è più componente della giunta assessoriale. Il sindaco, Peppe Cassì, ha tirato diritto: “A causa del venir meno del necessario rapporto fiduciario con l’assessore Francesco Barone, ho ritenuto di revocare tutte le deleghe a lui assegnate che, allo stato, sono trattenute ad interim dal sottoscritto”.
Arrivederci e (nemmeno) grazie!
Ciccio Barone era stato uno degli artefici della vittoria di Peppe Cassì, ‘pescato’ come volto nuovo della politica ragusana negli ultimi scampoli della campagna elettorale di cinque anni fa. Barone, che era entrato in giunta in un secondo momento diversi mesi dopo, oggi così commenta la defenestrazione: “Sarà mio compito raccontare le vere verità che durano da quattro anni e mezzo. Lo farò nei prossimi giorni con una conferenza stampa”. La politica non c’entrerebbe nulla, ma si tratterebbe di questioni di natura personale, assicura l’ex assessore.
La questione è entrata in consiglio comunale: nella seduta di oggi sono intervenuti il consigliere Luca Rivillito, vicino a Barone, Sergio Firrincieli e Mario Chiavola; da tutti e tre è stata stigmatizzata la decisione del primo cittadino che però ha rispedito al mittente l’accusa di avere agito per motivazioni personali. Nè punizione, né gelosie né rancore, ha detto il sindaco. “In politica – ha affermato – non ci sono fatti personali”.
Riconoscendo che “l’assessore in questione è portatore di consensi”, determinanti per la sua vittoria cinque anni fa, ha detto che “nelle ultime settimane c’è stato un ostentato comportamento dell’assessore Barone nella direzione di trovare contatti, sinergie, alleanze con un mondo politico che esiste in città e che è alternativo a un mondo politico che noi oggi rappresentiamo”.
Non è un mistero che Barone abbia appoggiato alle Regionali Nello Dipasquale. Nessun ‘delitto’, in quanto Cassì non aveva espresso alcuna indicazione alle elezioni per il rinnovo dell’Ars. Ma a infastidire il primo cittadino, molto nervoso di questi tempi per via dell’organizzarsi di gruppi politici che si pongono in alternativa alla sua amministrazione, sarebbe stato proprio il sospetto di altri contatti di Barone con “schieramenti che hanno obiettivi diversi, in contrapposizione” a quelli dell’attuale amministrazione. “E questa cosa qui è politicamente un fatto grave, inaccettabile”. Cassì ha anche detto di averne parlato con Barone, ma “di fronte a una volontà di proseguire in questa direzione” ne ha preso atto, non ritenendo che ci fossero “alternative a questo passo”. E poi un appello alle forze politiche: “Spero che ognuno di noi possa intraprendere un percorso che andrà verso le elezioni amministrative di giugno prossimo con serenità e coerenza”.
Le due ‘verità’, quella di Barone che parla di fatti personali e quella del sindaco che insiste sull’aspetto del ‘tradimento’ politico, appaiono tuttavia solo in apparenza in antitesi. Per questo le rivelazioni di Barone, che arriveranno nei prossimi giorni come annunciato, potranno fornire un quadro più chiaro sulle cause di questo divorzio.