L’ultimo ‘regalo’ di Staglianò: padre Cerruto delegato ‘ad omnia’

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Mentre fervono i preparativi per l’ordinazione episcopale di monsignor Angelo Giurdanella, eletto vescovo di Mazara del Vallo, l’amministratore apostolico della diocesi di Noto, monsignor Antonio Staglianò, ha nominato delegato ad omnia per la Diocesi di Noto don Salvatore Cerruto.

Mossa attesa, ma mal digerita: in tanti sperano sia solo l’ultimo atto di un episcopato, quello di Staglianò, che lascia la diocesi netina profondamente lacerata.

Una cosa è certa: Staglianò andrà via, è stato nominato a Roma con una sorta di promoveatur ut amoveatur, ma i tempi del successore non si conoscono ancora. Nei fatti la sede è vacante, non è più il vescovo di Noto, ma l’amministra – su mandato della Santa Sede – fino al momento in cui il suo successore farà ingresso in diocesi e prenderà ‘possesso’ della Cattedra.

I tempi? Non brevissimi. Occorre intanto la nomina del successore da parte del Papa. Si fa sempre il nome dell’ausiliare di Messina, monsignor Di Pietro, qualcuno indica altre possibili scelte, che andrebbero a ‘pescare’ in territori molto più vicini a Noto.

In ogni caso se il nome scelto dal papa sarà quello di un vescovo eletto, i tempi d’ingresso in diocesi sarebbero più brevi: un mese al massimo un mese e mezzo. Se invece individuerà un sacerdote, si dovrà attendere l’ordinazione e poi l’ingresso. In molti casi in realtà questi due passi avvengono lo stesso giorno, nel caso in cui l’eletto scelga di farsi ordinare nella propria diocesi. Caso differente, ad esempio, per monsignor Giurdanella che il 4 ottobre verrà ordinato nella Cattedrale di Noto e una decina di giorni dopo farà il suo ingresso nella diocesi di Mazara del Vallo e riceverà il pastorale da monsignor Mogavero.

Intanto, a Noto, è Cerruto che regge le fila, con Staglianò che fa la spola tra Roma e la Sicilia, e il presbiterio ormai stanco e sfiduciato. La mossa di Staglianò, tuttavia, non è neutra, come a fornire un’indicazione al nuovo vescovo sul proprio vicario generale. In tanti, però, confidano nello Spirito santo e nella saggezza del nuovo pastore, perché trovi nomi e vie differenti per ricucire le ferite e riportare armonia in diocesi.