La sosta, un istante, davanti alla nicchia con la statua del suo amato San Giovanni, l’uscita sul sagrato e il canto del Salve Regina, accompagnato dal vescovo, monsignor Giuseppe La Placa, e dai dieci sacerdoti che con lui hanno concelebrato il rito, vissuto come liturgia pasquale e di rendimento di grazie.
Cattedrale gremita, nessun posto a sedere rimasto, per l’ultimo saluto a Giorgio Giummarra, 59 anni, dipendente comunale e per anni cameraman di Tele Nova e ancora prima tecnico di Radio Insieme. Nella bellissima omelia, il vescovo Giuseppe ha espresso la commozione, i pensieri e i sentimenti di tutti: «Questa affollata assemblea è testimonianza dell’affetto di cui Giorgio era circondato. Quanti lo hanno conosciuto portano certamente un persone ricordo di lui; un gesto di amicizia, un sorriso, un atto di generosità, una parola, uno sguardo, qualsiasi cosa che hanno ricevuto da lui e che custodiscono nel proprio cuore… Il nostro fratello Giorgio è stato un papà e un amico premuroso, un uomo onesto e buono (raramente lo si vedeva arrabbiato), rispettato e stimato da tutti: gli amici, i colleghi, tutti ne apprezzavano l’umiltà, l’integrità, la correttezza, la capacità di sdrammatizzare ogni situazione con il sorriso sulle labbra, e soprattutto l’assoluta dedizione al suo lavoro e alla sua famiglia”.
E ancora: “I colleghi del Comune di Ragusa, come anche quelli con cui ha lavorato nei tanti anni di collaborazione a Radio Insieme e a Tele Nova, oggi lo ricordano con affetto e ammirazione per la passione, l’amore, la competenza e la professionalità con cui svolgeva il suo lavoro, sia come dipendente comunale – fino a due settimane fa si era imposto di andare al lavoro – sia come operatore tecnico presso la radio e la televisione: con la sua telecamera in spalla ha girato mezza provincia per raccontare i momenti più importanti della comunità iblea, facendo a volte le ore piccole per garantire la diretta del Consiglio comunale o le riprese ed il montaggio di innumerevoli servizi giornalistici. E alla radio, oltre a prendersi cura della parte tecnica, curava i collegamenti esterni con la Cattedrale e le altre chiese in cui venivano celebrate le sante messe nei momenti più solenni e significativi della comunità ecclesiale”. Il vescovo ha rimarcato: “Giorgio era un uomo vero e un cristiano autentico: una fede genuina vissuta con semplicità e soprattutto alimentata da una carità operosa e silenziosa, espressa nell’attenzione ai più poveri, attraverso il servizio nella San Vincenzo parrocchiale, come anche nell’amorosa quotidiana cura con la quale, fino a quando la malattia glielo ha permesso, ha accudito la sua anziana mamma. Giorgio è stato soprattutto un marito affettuoso e un papà solerte, esempio di vita e solido sostegno per i suoi figli”. Citando poi la Sacra Scrittura poco prima proclamato, monsignor La Placa ha detto: “Se il Signore chiama a sé un giusto anzitempo, è perché su di lui ha un disegno di predilezione a noi sconosciuto: la morte prematura di una persona a noi cara diventa un invito a non attardarci a vivere in modo mediocre, ma a tendere al più presto alla pienezza della vita. Giorgio a questa pienezza si è molto avvicinato, lasciandoci una preziosa eredità di valori umani e cristiani”.
Le ultime affettuose parole dedicate alla moglie Maria e ai due figli: “Vi sia di conforto la nostra preghiera per il nostro carissimo Giorgio perché il Signore lo accolga tra le braccia della sua misericordia e per l’intercessione di Maria Santissima e di San Giovanni Battista lo ammetta tra le schiere dei santi”.