Il vescovo agli studenti: “Sviluppate la curiosità, ricercando il vero e il bello”

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In occasione dell’inizio del nuovo anno scolastico, che in Sicilia partirà dal 19 settembre, il vescovo di Ragusa, monsignor Giuseppe La Placa, ha voluto rivolgere un messaggio agli studenti:

“Carissimi amici e fratelli, all’inizio del nuovo anno scolastico desidero far giungere a tutti voi – studenti e genitori, insegnanti, dirigenti e personale non docente – il mio affettuoso saluto e la mia speciale benedizione.

Come in ogni ripartenza, anche questa è carica di aspettative e speranze; speriamo, infatti, di entrare definitivamente nel post-pandemia e di riprendere le nostre attività nella tranquillità, senza interruzioni, grazie anche all’impegno e alla responsabilità di tutti.

Cari studenti, mi piace ricordare un antico detto latino che dice: schola palestra diligentiae; la traduzione mi sembra chiara ma il significato è assai più intenso. La scuola infatti è il luogo dove quotidianamente ci si allena a “diventare grandi”, è il grembo fecondo del vostro futuro. A scuola, cioè, non si va soltanto per imparare nozioni – cosa importantissima e fondamentale – ma anche fare esperienza della bellezza delle relazioni, per imparare a vivere in comunità, a pensare e a fare cultura. La scuola, insomma, è un tempo e uno spazio che ci fa maturare e ci rende migliori, ci aiuta a guardare lontano, ad avere grandi ideali e a sviluppare il desiderio di compiere grandi cose.

Carissimi ragazzi e ragazze, siate attenti agli insegnamenti che ricevete, provate a trarre il massimo dalle nozioni che imparate, tirate fuori la vostra originalità e sviluppate la curiosità nella ricerca del vero e del bello, valori che vi aiutano a non “trascinare la vita” ma a soddisfare il vostro irreprimibile desiderio di felicità e pienezza di senso.

E voi, carissimi insegnanti, continuate ad essere educatori appassionati, capaci di suscitare nei vostri alunni il gusto di conoscere, di interrogarsi e di cercare risposte che conducano alla capacità di pensare con la propria testa, così da costruire fin dalle fondamenta, una sana società del futuro.

Ogni insegnante è educatore non solo se offre conoscenze, pur necessarie, ma se sceglie di esserci nella crescita dell’altro, per sostenere lo sbocciare e il fiorire lento, delicato e prezioso della vita dell’alunno.

Anche voi, carissimi genitori, siete chiamati a portare il peso e la responsabilità della scuola; essa, infatti, non appartiene solo a studenti e insegnanti. Voi genitori, quali primi educatori dei vostri figli, siete parte integrante e partecipativa della comunità scolastica; siate presenti nell’ascolto dei vostri figli e nel costante confronto con gli insegnanti, così da avviare percorsi di rete dove nessuno possa sentirsi estraneo.

Buona strada, carissimi amici e fratelli. Mentre vi affido alla custodia e alla sapiente guida del nostro Unico Maestro e Signore, di cuore vi benedico e vi auguro un fecondo e sereno anno scolastico”.