L’Ètait c’est moi. La frase attribuita (ma pare che non l’abbia però mai pronunciata) al monarca assoluto Luigi XIV, sembra ben descrivere una paradossale storia che riguarda Vittoria.
Non ci si crederebbe se non ci fosse un documento, scritto nero su bianco.
Un cittadino ha scritto al sindaco di Vittoria, Ciccio Aiello, di delegare, per le sue nozze, il consigliere comunale Alfredo Vinciguerra. Specificando (peraltro per nulla dovuto) che non si tratta di scelta di tipo politico, ma è pura e semplice amicizia.
Come da prassi osservata da qualunque comune d’Italia, il sindaco dà la delega alla persona indicata dalla coppia. Peraltro ormai qualunque cittadino può avere la delega, a maggior ragione – in questo caso – trattandosi di un consigliere comunale.
Aiello ha scritto nero su bianco: non si autorizza. Non ne spiega le ragioni, solo un ‘no’ e la firma. Per la serie: questa è casa mia e qui comando io.
Roba che neppure in pieno regime! Se ci sono motivi di ordine giuridico o tecnico, il sindaco ha l’obbligo di renderli noti al cittadino. Altrimenti trattasi di sopruso bello e buono, che neppure un podestà avrebbe lontanamente immaginato.
Qualcuno spieghi ad Aiello che ha vinto le elezioni, non ha ereditato il Feudo di Palazzo Iacono e con esso i sudditi del contado.