Prove Invalsi, in Sicilia una Caporetto

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In alcune regioni del Mezzogiorno – Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna – c’è un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che si attesta attorno al 50% della popolazione scolastica in Italiano, al 55-60% in Matematica, il 35-40% in Inglese-reading e il 55-60% in Inglese-listening. Emerge dal rapporto Invalsi presentato oggi. Lo studio evidenzia che in tutte le materie le perdite maggiori di apprendimento si registrano tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali più sfavorevoli. Tra questi ultimi diminuisce la quota di studenti con risultati più elevati.

La scuola elementare ha tenuto durante gli anni della pandemia: il confronto degli esiti della scuola primaria del 2019, del 2021 e del 2022 svolti da Invalsi restituisce un quadro sostanzialmente stabile. I risultati della scuola primaria sono abbastanza simili in tutte le regioni del Paese e difficilmente le differenze sono significative in senso statistico. Emergono tuttavia alcune indicazioni importanti che, se osservate con attenzione, possono fornire una spiegazione dei grossi divari che si evidenziano nella scuola secondaria, di primo e di secondo grado. In particolare, si registrano i buoni risultati degli allievi della primaria della Valle d’Aosta, di alcune regioni del Centro (Umbria e Marche) e della Provincia Autonoma di Bolzano, limitatamente all’Inglese.

In seconda elementare in italiano circa 3 allievi su 4 (72%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Valle d’Aosta, Umbria, Lazio e Molise conseguono risultati sopra la media nazionale; la Sicilia ottiene risultati sotto la media nazionale. In matematica circa 3 allievi su 4 (70%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Il Molise consegue risultati sopra la media nazionale; la Provincia Autonoma di Bolzano (per quanto riguarda la lingua italiana) ottiene risultati sotto la media nazionale.
In quinta elementare in italiano un po’ di più di 3 allievi su 4 (80%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Aumentano di 5 punti percentuali gli allievi che raggiungono almeno il livello base. Valle d’Aosta e Umbria conseguono risultati sopra la media nazionale, mentre Calabria e Sicilia ottengono risultati sotto la media nazionale. In matematica un po’ meno di 3 allievi su 4 (66%) raggiungono almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Umbria, Marche, Molise e Basilicata conseguono risultati sopra la media nazionale, mentre Calabria, Sicilia e Sardegna ottengono risultati sotto la media nazionale.

In particolare, i ricercatori di Invalsi sottolineano che gli allievi dell’Umbria e della Valle d’Aosta conseguono quasi sempre risultati significativamente sopra alla media. Con la sola eccezione della prova di matematica di II primaria, la Sicilia consegue invece risultati significativamente al di sotto della media. E lo svantaggio che si riscontra negli esiti della Calabria in tutti i gradi della scuola secondaria (medie e superiori) diviene significativo già a partire dai risultati della V primaria.

Sono buoni i risultati d’inglese degli allievi della scuola primaria italiana: il 94% (+2 punti rispetto al 2018) degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’85% degli allievi (+6 punti rispetto al 2018) a raggiungere il prescritto livello A1 del Qcer. Al Nord e al Centro gli allievi che raggiungono il livello A1 di reading sono circa il 95-96%, mentre al Sud circa il 92%. Per il listening, invece, gli allievi che si collocano al livello A1 sono circa l’85-90% al Nord e al Centro, mentre circa il 75% al Sud.

Diminuisce la differenza tra scuole in tutta Italia, anche se in italiano, in inglese e ancora di più in matematica si riscontra una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali. Ciò significa – osservano i ricercatori di Invalsi – che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi.