Settecento imprese iblee del comparto costruzioni in difficoltà: a rischio 2.100 posti

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In provincia di Ragusa sono circa 700 le imprese del comparto costruzioni in difficoltà a causa del blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizia. Il dato è frutto di un’indagine che Cna Edilizia Ragusa ha portato avanti ascoltando un campione di 100 imprese edili e diversi rivenditori di materiale da costruzione che operano in provincia. Inoltre, si stima che i crediti fiscali maturati da queste imprese, a cui è stato riconosciuto lo sconto in fattura non ancora monetizzato, possano superare i 50 milioni di euro.

Il dato è frutto di un servizio svolto dal sistema Cna che ha caricato, tramite il consorzio Unifidi, crediti per oltre sei milioni di euro per 100 imprese del settore. Questi numeri raccontano soprattutto la difficoltà di queste aziende nel pagare i propri fornitori e nel mantenere i propri collaboratori. 700 imprese in difficoltà con una media di due dipendenti ad impresa danno 1400 dipendenti che sommati ai 700 imprenditori dicono, con estrema chiarezza, che in provincia di Ragusa vi sono a rischio circa 2.100 posti di lavoro. E’ giusto sapere che i bonus sull’edilizia non hanno solo permesso un rimbalzo del Pil anche in questo territorio come ha evidenziato l’ultimo rapporto di Banca d’Italia sulla Sicilia. Inoltre, grazie alla cessione dei crediti chi non aveva e non ha soldi da anticipare, come per esempio i pensionati (in particolare i pensionati autonomi), potevano e potrebbero riqualificare energeticamente la loro abitazione risparmiando sulle bollette che oggi è diventato uno dei problemi reali delle nostre famiglie. La Cna ha sollecitato le istituzioni organizzando un convegno lo scorso 8 giugno proprio su questa tema, perché abbiamo registrato e registriamo come ci sia troppo silenzio per le tante difficoltà create alle imprese; di contro c’è troppo rumore per le poche truffe organizzate da certi (im)prenditori del settore. Fino a oggi la classe politica di questa provincia, in particolare la deputazione nazionale, su questo tema è rimasta a guardare. Pensiamo che sia venuto il momento che i parlamentari battano un colpo, dicano e facciano qualcosa. I partiti e i movimenti non possono cercare le imprese e cittadini soltanto alla vigilia delle scadenze elettorali.