La procura di Catania ha diffuso una nota in cui vengono ricostruite le prime ipotesi sul movente che ha portato Martina Patti a uccidere la figlia Elena Del Pozzo. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Elena potrebbe essere stata uccisa «per via di una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente». Nello specifico non tollerava che la donna «si affezionasse anche la propria figlia». Al momento la donna è stata fermata per omicidio premeditato e pluriaggravato. Secondo una prima perizia medico-legale, sul corpo della bambina sono state trovate «molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare». Sempre secondo la procura, la donna dovrebbe aver portato avanti tutto l’omicidio da sola. Dopo l’omicidio il corpo della bambina è stato messo dentro a un sacco della spazzatura per poi essere coperto con della terra in un campo vicino a casa.
L’interrogatorio della donna, era finti nelle prime ore del pomeriggio.
La donna avrebbe detto di avere agito senza capire quello che stava facendo. Non è riuscita a fornire una dinamica completa del delitto né del movente.
Era stata la donna, Martina Patti, nella giornata di ieri, a raccontare in lacrime ai carabinieri che la bambina era stata rapita da tre persone armate, mentre erano in auto al ritorno dall’asilo.
Una nottata di ricerche e di interrogatori, fino a quando si è capito che il racconto non reggeva. Le telecamere della zona non confermavano il racconto. Questa mattina, alla fine, la donna è crollata e ha condotto gli inquirenti nel posto dov’era stato abbandonato il corpo senza vita di Elena. Si tratta di un fondo agricolo poco distante dalla casa dove la donna abita.