In quell’Ente ridotto ormai al collasso, dove neppure le bollette del telefono – a quanto pare – si riescono a pagare così da lasciare senza risposte i cittadini di San Giacomo senz’acqua da giorni accadeva pure che alcuni dirigenti ricevessero soldi non dovuti. E ora la magistratura contabile ha emesso le sentenze.
Indennità di funzioni non dovute sono state pagate dal Consorzio di Bonifica di Ragusa, così la sezione d’appello della Corte dei Conti, presieduta da Giuseppe Aloisio, ha confermato la condanna per l’ex commissario straordinario Dario Cartabellotta e l’ex direttore generale Giovanni Cosentini, in solido tra loro al pagamento di 106 mila euro per i danni provocati al Consorzio.
Altri 18 mila euro li dovrà pagare il solo Giovanni Cosentini, a cui vanno aggiunti altri 46 mila euro in solido con l’ex commissario straordinario Francesco Petralia.
La vicenda processuale è nata da diversi esposti riguardanti la corresponsione ai dirigenti del Consorzio di bonifica 8 di Ragusa assorbito in seguito nel consorzio di Bonifica della Sicilia orientale. Secondo l’accusa, i commissari e il direttore generale avrebbero dato il via libera al pagamento in favore di alcuni dirigenti del Consorzio di un’indennità di funzione e di un compenso fisso superiori a quanto dovuto negli anni 2013 e 2104.
Gli imputati al contrario hanno sostenuto che erano legittimati a farlo da un decreto del presidente della Regione del 2008 che ha determinato un ampliamento delle funzioni dei dirigenti. Più lavoro, indennità più pesanti. La Procura contabile ritiene invece che l’aumento non era automatico ma andava stabilito per ogni singolo dirigente e per specifiche assegnazioni di mansioni. Anche perché «le risorse utilizzate dai Consorzi di bonifica, indipendentemente dal fatto che provengano dalla Regione o da contributi privati dei consorziati, possono essere qualificate come risorse pubbliche destinate a fini di pubblico interesse»