Trofeo del Mare, ecco i nomi dei premiati dell’edizione 2022

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Gli organizzatori del Trofeo del Mare hanno annunciato i nomi dei sei premiati dell’edizione 2022. Sui loro nomi sono confluite le preferenze dei componenti del Comitato Tecnico Scientifico, presieduto dalla Soprintendente Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo Barbara Davidde e composto da Rosalba Giugni, Eleonora De Sabata, Monica Blasi, Alessandro Filippini e Andrea

Barbera. Li vedremo, pertanto, tutti sul palco del Premio, il 2 e 3 settembre a Marina di Ragusa, con il loro carico di storie, tutte emozionanti e di grande spessore, legate a doppio filo all’amore per il mare e alla sua tutela.

Eccoli nel dettaglio chi sono i premiati.

Roberto Rinaldi

Classe 1963 e romano di nascita, è un fotografo e videomaker subacqueo internazionale. Ha lavorato per le maggiori testate e piattaforme: da National Geographic a Discovery Channel, da France 2 a BBC, Rai, Sky e Netflix, Nautica ed Espresso. Le prime immersioni le ha fatte con l’equipe del comandante Jacques Cousteau, a bordo della mitica nave Calypso, navigando da Capo Horn al Capo di Buona Speranza. Con il progetto “Mare Nostrum” ha coinvolto nella cura degli ecosistemi acquatici enti, organizzazioni, aziende e singoli che hanno a cuore il benessere del pianeta blu. Il mare, i viaggi, l’esplorazione degli angoli più remoti hanno da sempre fatto la parte del leone nei suoi sogni di fanciullo. Dopo le prime esperienze nelle acque del litorale romano, è entrato a far parte del corpo docente di una scuola subacquea romana, nella quale ha lavorato fino al 1987, anno in cui è stato impiegato come istruttore di fotografia subacquea per alcuni operatori del gruppo sommozzatori dell’Aeronautica Militare. Nel 1988 ha conquistato il titolo di Campione Italiano di fotografia subacquea, e da allora ha continuato ad inanellare un successo dopo l’altro, ma non ha mai smesso di nuotare libero e di documentare i fondali più profondi.

Enrico Gargiulo e Maria Rosaria Di Natale

Sopra e sotto il mare, da 50 anni insieme i coniugi Gargiulo: sorrentini, fotografi, documentaristi e subacquei. Lei, Maria Rosaria, se ne andava in giro con maschera e pinne già quando, negli anni ’50, la subacquea era un affare per pochi uomini. Oggi è presidente di Mare Vivo Penisola sorrentina. Lui, Enrico, si dedicava alla pesca in apnea da 7 anni quando le loro strade si sono incrociate. Si sono giurati amore eterno nel 1964, e nel 1988 sono diventati la prima coppia al mondo a vincere il “Tridente d’oro” per la pluriennale attività di elevato valore artistico nel settore della fotografia subacquea. A loro è stata intitolata persino una grotta, sull’Isola di Dino, per ricordare l’impresa esplorativa non priva di pericoli. Tra le tappe più significative della loro carriera, la vittoria ai mondiali di fotografia subacquea nel 1987. Ospiti abituali dei programmi televisivi “Pianeta mare” e “Linea blu”, collaborano da anni con riviste specializzate sulla subacquea e il mondo sommerso e vantano una serie infinita di premi, concorsi e trofei.

Francesca Santoro

“Il mare è una voce che parla all’anima”, e che Francesca Santoro sa ascoltare. Membro della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco coordina il progetto di educazione “Ocean Literacy”, in qualità di responsabile delle attività di educazione all’oceano e della comunicazione delle scienze del mare. Per sensibilizzare sull’importanza dell’oceano per il pianeta, sta creando un movimento globale che promuova la #generazioneoceano, una generazione consapevole delle grandi ricchezze del mare come delle sue fragilità. Ha conseguito un dottorato di

ricerca in analisi e governance per lo sviluppo sostenibile presso la School for Advanced Studies di Venezia, e una specializzazione in scienze ambientali marine, governance marina, educazione scientifica e comunicazione. Da sempre appassionata del rapporto tra uomo e natura, è al Liceo che ha cominciato ad interessarsi delle questioni ambientali e ha fatto sua la mission per promuovere i piccoli comportamenti quotidiani che possono fare la differenza a tutela dell’ecosistema.

Cacciatori di reti fantasma

L’avrete sicuramente vista su Discovery+ e Dmax. “Cacciatori di reti fantasma” è una serie originale documentaristica diretta da Christian Gandini e scritta da Francesco Morstabilini, Andrea Bempensante e Christian Gandini per Sunrise Film Production. Una straordinaria docuserie che racconta la missione di un gruppo di subacquei professionisti siciliani, sei amici della provincia di Catania con la passione della subacquea e sommozzatori volontari che da 12 anni organizzano operazioni di recupero delle reti da pesca abbandonate o perdute, che inquinano il mare e ne flagellano fauna e flora. Ogni anno, nei mari e negli oceani di tutto il mondo, si perdono più di 640 mila tonnellate di reti da pesca che causano enormi danni ambientali ed economici. Gaetano Di Maria “Tano Merica”. Giuseppe Longo “Lupo”, Mario Russo “Centocapelli”, Livio Cortese “il Gommista”, Angelo Giuffrida “Niki Occhiverdi” e Filippo Scandura “Il Barone” tutti i giorni si immergono per recuperare queste reti e i rifiuti nei quali si imbattono. Un lavoro straordinario, dentro il mare e sugli schermi, che merita senz’altro un importante riconoscimento.

Paolo Fanciulli

Siamo volati fino in Toscana per conoscere questo straordinario pescatore, che è anche guida escursionistica-ambientale, di cui ha parlato perfino il New York Times. La sua pesca è una esperienza sensoriale rispettosa dell’ambiente, che porta alla scoperta della splendida costa del Parco della Maremma e del suo mare. Innumerevoli sono le battaglie per la salvaguardia dell’ambiente marino che ha combattuto, e la sua “Casa dei Pesci” è la realizzazione di un sogno. Un sogno che coniuga natura, bellezza e arte, invitando tutti a scoprire quanta meraviglia si nasconda in fondo al mare, giornalmente depredato da pesca illegale e inquinato da rifiuti tossici e

detergenti chimici. Con l’area protetta della Casa dei pesci, che va dal fiume Ombrone a Porto Santo Stefano, Paolo ha salvato una piccola porzione di blu, e lì la natura ha ripreso il sopravvento, i pesci hanno trovato nuovi anfratti per nuotare al riparo e i turisti, incuriositi dalle opere d’arte, hanno scoperto nuovi mondi sottomarini. Mondi in cui pesanti sculture in marmo posate sul fondale ostacolano la pesca a strascico illegale e stanno favorendo il ripopolamento ittico.

Carmelo La Rocca

Palermitano di nascita ma catanese di adozione, lavora come interprete per il Governo americano presso la base militare a Sigonella e dal 1995 è un sub professionista. La storia di Carmelo vive un momento drammatico quando, a 17 anni, rimane vittima di un terribile incidente stradale che lo costringe sulla carrozzina per un anno. E’ la svolta, perché in quell’occasione decide che avrebbe dedicato la sua vita a rendere accessibile il suo amato mare ai diversamente abili. Insieme a Martino

Florio, e ad altri volontari dell’Associazione Life Onlus, promuove le immersioni per soggetti paraplegici e non vedenti, inaugura un percorso tattile di biologia marina, realizza il primo percorso tattile di archeologia subacquea in Italia e organizza programmi di riabilitazione in acqua. Dopo una visita turistica a Malta, affascinato dai paesaggi dell’Isola, propone a due amiche del posto di aprire li un’Associazione no profit Life per garantire anche ai disabili maltesi un mare più accessibile. Il suo sogno è la creazione di un centro d’integrazione itinerante in cui accogliere soggetti disabili e non, per fargli vivere il mare pienamente e in maniera ludica.

“E’ una grande emozione, per me, – afferma il Patron Mimmo Pedriglieri – vedere che siamo arrivati a questo punto dell’organizzazione del Premio. Si chiude la prima fase, quella che ci ha portati a scegliere tra tanti nomi, tutti di altissimo livello e di respiro nazionale e internazionale, e tra tante storie, una più bella dell’altra. Il comitato ha fatto un lavoro straordinario, segnalando personaggi di elevato spessore e facendo sintesi attorno ai sei premiati ufficiali. Adesso si apre ufficialmente la seconda fase, quella che ci porterà fino al 2 e al 3 settembre e ad una edizione che, ne sono certo, rimarrà nella storia, già prestigiosa, del Trofeo”.