A caval donato… Ad Acate un cavallo come premio della lotteria

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Foto di repertorio

A quanto sembra, Acate non è un paese per cavalli. O quanto meno un paese in cui i cavalli siano rispettati nella loro soggettività animale e non trattati alla stregua di oggetti di proprietà sui quali si possono compiere scempi di vario ordine e grado. Nella memoria collettiva è ancora fresca la scia di sangue lasciata sull’asfalto dalla pony trascinata per 5 chilometri da un’automobile esattamente un mese fa, eppure l’orrore di quel gesto folle e crudele non ha impedito agli acatesi di rinnovare un’usanza che ha in spregio il rispetto per gli animali, e per i cavalli in particolare.

E’ quanto denuncia l’AIDAA – Associazione italiana difesa animali e ambiente a proposito della lotteria promossa dal Comune di Acate (e non dalla parrocchia di San Nicola, come erroneamente riportato nella nota diramata dall’associazione) in occasione della festa di San Vincenzo Martire, che si terrà dall’8 all’11 maggio. Primo premio della lotteria è, come da tradizione, proprio un cavallo, vivo naturalmente, che verrà aggiudicato al vincitore come si trattasse di un oggetto qualsiasi, privo di diritti, sensibilità, emozioni, preferenze e repulsioni persino.

“Quando abbiamo visto il biglietto della lotteria che prevede come primo premio un cavallo siamo rimasti basiti – afferma l’AIDAA – in quanto oramai questi premi sono vietati dopo la sentenza del Consiglio di Stato che di fatto ritiene illegale mettere un animale come premio di una lotteria, ma a questo va aggiunto che proprio per rispetto di quanto accaduto nelle scorse settimane riteniamo la scelta di mettere il cavallo come primo premio sia non solo scellerata ma vergognosa, e invitiamo caldamente gli organizzatori a sostituire il primo premio. Comunque – termina la nota – non solo esprimiamo indignazione e vergogna per questa scelta invitando gli acatesi di buon senso a non comperare i biglietti della lotteria, ma annunciamo da subito che se il premio non sarà ritirato entro le prossime 48 ore agiremo legalmente contro questi insensati. Gli animali sono esseri viventi e senzienti che vanno rispettati e non oggetti da mettere come premio di una lotteria.”

In attesa di conoscere gli sviluppi della vicenda, viene da pensare che, se a caval donato non si guarda in bocca, ad Acate la stessa regola valga anche per il donatario del cavallo, scelto a sorte senza che se ne verifichi l’idoneità a prendersi adeguatamente cura del premio vivente e riservargli una vita degna. Se questa tradizione poteva essere ammessa fino a qualche decennio fa, la sensibilità ormai consolidata verso le altre specie animali e i loro diritti dovrebbe portare oggi a dire no, senza esitazioni né mezze misure, a qualsiasi forma di maltrattamento e sfruttamento, compresa quella, apparentemente più neutra ma in realtà subdola, di trattare un essere senziente al pari di una cosa.