Centro commerciale culturale: nessuno vuole gestirlo. “Bando impossibile”

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“È andato deserto l’avviso di manifestazione di interesse bandito dal Comune di Ragusa per l’affidamento in concessione della gestione del Centro Commerciale Culturale Mimì Arezzo di via Matteotti. C’era da aspettarselo considerato che l’avviso sembrava scritto appositamente per scoraggiare la partecipazione!”.

Lo dichiara il circolo di Ragusa di Fratelli d’Italia che aggiunge: “L’avviso di manifestazione d’interesse, destinato agli enti del terzo settore, presentava una tale quantità di prescrizioni e di spese per l’aspirante gestore che era impossibile che un’associazione o una cooperativa operante nel campo della cultura potesse predisporre un piano credibile in grado di rispettare tutti gli obblighi e far rientrare l’investimento”.

“Il sospetto che si volesse rendere poco appetibile l’avviso – spiegano dal circolo ibleo di FdI – nasce già dal dettaglio dei vincoli relativi al personale da impiegare rispetto agli orari di apertura del centro e al tipo di lavoro da svolgere: era richiesto personale specializzato impiegato per l’apertura e la custodia del Centro dodici ore al giorno, tutti i giorni, da aprile a ottobre, e 9 ore al dì negli altri sei mesi, più un esperto responsabile con comprovata esperienza nel settore della programmazione culturale. Rispettare queste richieste, facendo un rapido calcolo alla carlona, comporterebbe una spesa superiore di almeno quattro volte (per difetto) la stima dei proventi che il Comune ha immaginato e cioè 20mila euro in due anni. Inoltre, non si capisce come in una parte del bando il Comune prevedesse, appunto, un introito di 20mila euro in due anni e contemporaneamente pretendesse una programmazione culturale di almeno 15mila euro l’anno.

Inoltre, sarebbero state a carico del gestore perfino tutte le spese per la manutenzione straordinaria di un immobile che il Comune ha in affitto dall’Opera Pia Collegio di Maria Addolorata Felicia Schininà per 18mila euro l’anno e che già soffre di alcune infiltrazioni di umidità nella sala adibita ad auditorium. Insomma, tutta una serie di clausole capace solo di rendere il bando poco invitante: tant’è che è andato deserto”.

“Forse – si chiede FdI – l’Amministrazione comunale pensava già di voler procedere per altre vie? L’avviso, infatti, sembrava servire solo a far vedere un tentativo di ricerca di un possibile gestore e non ci sorprenderebbe, quindi, se tra qualche tempo spuntassero delle nuove proposte completamente svincolate dall’avviso già scaduto”.

“All’Amministrazione comunale – aggiungono gli esponenti di FdI – proponiamo due strade da percorrere: presentare il più presto possibile un nuovo avviso, più snello e veramente veramente capace di attirare l’attenzione di qualcuno che voglia investire nel settore della cultura oppure di ragionare sulla possibilità di acquisire l’immobile nel patrimonio del Comune e creare un ente apposito per la gestione sulla scorta dello statuto del Centro Servizi Culturali Emanuele Schembari. Il motivo per il quale, poi, non si sia optato subito per l’affidamento della gestione al Centro Servizi Culturali rimane un vero e proprio mistero”.

“L’amministrazione Cassì dimostri di essere realmente interessata a dare un futuro a questa struttura con atti concreti – concludono – facendo sì che l’esperienza fin qui maturata non vada perdendosi”.