È morta Letizia Battaglia, aveva 87 anni. Con la fotografia ha raccontato la mafia e le stragi che insanguinarono Palermo. Sono suoi gli scatti all’hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti e che furono acquisiti agli atti per il processo. Il 6 gennaio 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo in cui viene assassinato il presidente della Regione Piersanti Mattarella. Nello stesso anno un suo scatto della «bambina con il pallone» nel quartiere palermitano della Cala fa il giro del mondo.
«Palermo perde una donna straordinaria, un punto di riferimento – ha commentato il sindaco Leoluca Orlando -. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell’arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città di Palermo dal governo della mafia. In questo momento di profondo dolore e sconforto esprimo tutta la mia vicinanza alla sua famiglia».
Negli anni ’80 crea il laboratorio d’If, dove si formano fotografi e fotoreporter palermitani. Ha esposto in Italia, nei Paesi dell’Est Europa, Francia (Centre Pompidou, Parigi), Gran Bretagna, America, Brasile, Svizzera, Canada. Nel 2017 inaugura a Palermo all’interno dei Cantieri Culturali della Zisa il Centro Internazionale di Fotografia da lei diretto, metà museo, metà scuola di fotografia e galleria. Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione Giuseppe Impastato. Si occupa anche di politica a cavallo tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. È consigliera comunale con i Verdi, assessore comunale a Palermo con la giunta Orlando. Nel 1991 è eletta deputata all’Assemblea regionale Siciliana con La Rete, nell’XI Legislatura.