Nella giornata di oggi, Lunedì 28 marzo 2022 ricorre il secondo anniversario della scomparsa del rag. Salvatore Garrone, il ’Direttore’ come tutti solevano chiamarlo. È andato via nella solitudine e nel silenzio assordante del primo durissimo lockdown imposto in Italia dal diffondersi iniziale della pandemia, quando tutte le consuetudini lavorative e sociali hanno subito uno stravolgimento ancora oggi difficile da dimenticare.
Se n’è andato in uno scenario surreale fatto di strade deserte, ospedali blindati, chiese chiuse e cerimonie sociali e religiose vietate. Un epilogo difficilmente prevedibile per un uomo che ha profuso energia propositiva e partecipazione in tutti gli aspetti della sua vita personale, professionale, sociale e di comunità.
Da funzionario a direttore di diverse agenzie della provincia di Ragusa, ispettore provinciale e, per finire, Responsabile dell’Area territoriale della Sicilcassa di Ragusa e Direttore Generale della BCC Contea di Modica, il direttore Garrone ha vissuto il suo impegno professionale come servizio alla collettività, alle famiglie e alle imprese. Una dedizione basata su valori e principi che sapevano coniugare l’empatia nei confronti delle esigenze dei vari interlocutori alla serietà professionale basata su valori solidi quali l’onestà, il rispetto delle regole e delle persone, il rigore, l’impegno, la solidarietà. A distanza di due anni dalla scomparsa, le testimonianze di affetto e di stima di chi ha avuto l’occasione di conoscere il direttore Garrone, continuano ad attestare concordemente la figura di persona retta, professionalmente competente e responsabile, disponibile e generosa, capace di autentica e sincera amicizia, coraggiosa e ottimista. Nel ricordo della famiglia, degli amici, dei colleghi e dei collaboratori rimane vivo l’esempio di un uomo sempre pronto ad aiutare chi avesse bisogno e lo coinvolgesse in qualche modo nelle sue difficoltà; di credente praticante, che ha imperniato la sua esistenza ai principi e doveri di solidarietà, rigore etico e professionale, impegno familiare e sociale; della straordinaria forza d’animo con cui ha saputo affrontare con costante dignità e incrollabile fiducia nella possibilità di guarigione e recupero anche gli ultimi giorni della sua malattia.