Il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari torna a parlare dell’atto vandalico, ultimo in ordine di tempo, ai danni degli spogliatoi del campetto di via delle Palme.
“In queste ultime ore trascorse dall’atto vile e feroce ai danni di una struttura comunale ho ricevuto moltissime attestazioni da parte dei cittadini che hanno provato la mia stessa indignazione ed il mio stesso scoramento. E per questo motivo trovo opportuno chiarire come stiano esattamente le cose. Già dall’inaugurazione dei campetti, avvenuta il 24 aprile del 2019, opera che per continuità amministrativa abbiamo completato e consegnato alla città, così come la scuola Montessori/Collodi l’8 ottobre 2019, alle quali opere si aggiungono anche gli interventi alla villa comunale, anche questi completati per continuità amministrativa, a beneficio della città e dei cittadini, sono cominciate le segnalazioni dei residenti per gli eccessivi schiamazzi a tarda sera e per episodi di vandalismo alla struttura – afferma la prima cittadina. – Tant’è che, con ordinanza della sottoscritta, è stato vietato l’accesso dopo una certa ora e sono state spente le luci dopo le 22.00. Ancora, dopo avere ritrovato dei vetri rotti e tracce di piccoli falò all’interno e all’esterno dei campetti, è stato dato mandato alla polizia locale di transennare l’accesso e di passare con più frequenza da quella zona che, mi preme sottolinearlo, non è periferica o isolata, ma al centro di un quartiere molto abitato. In più, è stato attivato da subito un sistema di video sorveglianza. Capisco il malessere dei concittadini che vorrebbero che i responsabili del gesto deprecabile fossero individuati e sanzionati, tuttavia le indagini hanno un loro corso che non dipende certo dal sindaco. A questo proposito, vorrei ricordare che nel 2015 gli uffici comunali del protocollo hanno subito uno scasso e sono stati incendiati con un grave danno agli atti depositati ed alla struttura. Il tutto ripreso dal circuito interno delle videocamere di sorveglianza. Ebbene – continua Schembari – i responsabili sono stati individuati nel 2016 e gli uffici sono stati ristrutturati dall’attuale amministrazione dopo la bellezza di sei anni e con costi non indifferenti ammontanti a € 35.000 solo per 4 stanze. Mi si chiede inoltre cosa intende fare l’amministrazione al fine di tutelare meglio quel sito che da alcuni è stato definito ‘degradato’ in una zona degradata. Che offesa per i residenti! Certo, l’impiego di percettori del RDC sarebbe una soluzione che condivido, anche per dare dignità a quelle persone che ne usufruiscono in mancanza di un lavoro. Ma a questo proposito, purtroppo, i ritardi non sono dipesi dall’amministrazione comunale, bensì dal comune capofila del distretto 43 che ha indugiato ad attivarsi. Il comune capofila è Vittoria e Comiso, come gli altri comuni del distretto, non può agire autonomamente. Gli uffici dei Servizi Sociali sono oggi in procinto di assegnare alcuni compiti a questi concittadini, ma non si deve pensare che essi potranno garantire una copertura per tutte le ore del giorno e della notte ai siti a cui saranno assegnati. Né sarebbe ipotizzabile l’impiego di personale che gravi sulle casse del Comune. Ed ancora, la struttura per sua natura non è stata concepita e realizzata per essere assegnata ad una qualsivoglia associazione, perché non darebbe alcun profitto essendo uno spazio aperto da donare alla libera e immediata fruizione della città. Idea e progetto con il quale ci siamo trovati perfettamente d’accordo. Ma, alla prova dei fatti, ci si rende conto della necessità di un guardiano contro la ‘stupidità’. Infine – conclude il sindaco – vorrei spiegare a chi, in un momento di sconforto collettivo e personale, ha inopportunamente insinuato che noi non abbiamo a cuore opere pubbliche non realizzate da questa amministrazione. Io credo che il ‘disprezzo’ lo avremmo dimostrato se non avessimo portato a compimento queste opere; così non è stato, e lo dimostrano i fatti. Mentre, molto più preoccupanti sono le azioni distruttive di chi, evidentemente e tristemente, non trova maniera migliore di riempire il vuoto della propria esistenza se non distruggendo con feroce ignoranza i beni comuni”.