È del Biologo siciliano Antonino Duchi la prima pubblicazione internazionale specifica sull’Anguilla nei corsi d’acqua siciliani. Uno sguardo che dalla provincia di Ragusa si allarga a tutta la regione. Significativa collaborazione della FIPSAS di Ragusa.
Il Premio Nobel Montale in una sua famosa poesia arrivò a considerarla sorella. Ma è una sorella piuttosto maltrattata l’Anguilla europea. Infatti, pur essendo estremamente diffusa ed adattabile, l’impatto umano su di essa è stato pesante, tanto da renderla una specie a rischio di estinzione secondo l’ Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
Anche in Sicilia, dove la sua presenza era ampia ed abbondante, la situazione è fortemente peggiorata. Lo dimostra un recente studio, pubblicato dal biologo siciliano Antonino Duchi sulla rivista ittiologica internazionale Cybium della Società Francese di Ittiologia. La ricerca prende spunto dalla provincia di Ragusa, che è l’area in cui indubbiamente è presente la maggiore serie di dati. Ma la provincia iblea è un caso di studio, in quanto i problemi riscontrati e le soluzioni proposte valgono indubbiamente per tutta la regione. E la situazione che emerge non è sicuramente rosea. Infatti la specie, che nel passato era diffusissima ed era anche oggetto di pesca di mestiere, oggi è molto meno presente nel reticolo fluviale, per cui diversi corsi d’acqua ne sono praticamente privi.
Gli sbarramenti trasversali insormontabili (dighe, traverse), che impediscono alla specie proveniente dal mare di colonizzare le aree a monte, e le estese secche legate alla malagestione della risorsa idrica, che sottraggono km di aree abitabili all’anguilla, sono risultati i due principali problemi ambientali per la specie. Ma anche forme di inquinamento massive, sia chimiche che organiche, ed il bracconaggio sono fattori di impatto da non trascurare.
Fondamentali sono stati i dati raccolti per la Carta Ittica provinciale di Ragusa, nonché i dati dei sequestri di anguille effettuati dai Guardiapesca FIPSAS di Ragusa e dalla Polizia provinciale di Ragusa. Di particolare importanza al riguardo è stato il ben gestito archivio della FIPSAS che ha fornito informazioni preziose per la ricerca.
“I problemi ambientali riscontrati in provincia di Ragusa sono analoghi a quelli che ho riscontrato in altri bacini fluviali della Sicilia durante ricerche e monitoraggi “evidenzia il Biologo Duchi” come nell’Alcantara, nel Simeto o nel Sosio, per cui è lecito ritenere che i risultati della ricerca, pur focalizzati su Ragusa, parlino per tutta la regione”.
E quindi valgono per tutta la regione anche le proposte per un recupero della specie che concludono la pubblicazione: rendere superabili o abbattere gli sbarramenti trasversali, ridare un flusso ecologicamente valido ai corsi d’acqua, riqualificare i corridoi fluviali, eliminare le fonti di inquinamento, lotta al bracconaggio. Così facendo la Sicilia, col suo esteso reticolo fluviale, potrebbe ritornare ad essere uno dei ‘polmoni’ mediterranei per la specie. La sua salvaguardia inoltre permetterebbe, indirettamente, di salvaguardare e recuperare tutto il patrimonio di biodiversità degli ambienti fluviali siciliani, oltre che di raggiungere gli obiettivi della Direttiva comunitaria 2000/60 per quanto riguarda i corsi d’acqua della regione.
Per approfondire, titolo della ricerca:
Duchi A., 2021. Rivers in search of the European Eel. Distribution and threats of the Critically Endangered Anguilla anguilla L. in Sicily: the province of Ragusa as a case study. Cybium : 45(1): 31-37.