8 marzo, una giornata lunga un secolo. La raccontano le donne

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Era il 1922 quando per la prima volta in Italia si celebrò la Giornata internazionale della donna per iniziativa del neonato Partito comunista italiano. Quella che comunemente viene denominata ‘Festa della donna’ nacque storicamente dalla volontà delle donne socialiste riunite nella Conferenza Internazionale di Copenhagen del 1910 di istituire una giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti di tutte le donne. Un’origine fortemente politica, dunque, in un periodo storico in cui le donne avevano ancora tanto da conquistare, a cominciare dal suffragio universale.

Un secolo dopo in Italia, e in questa parte di mondo, sono stati fatti enormi passi avanti nel riconoscimento della parità di genere, nel superamento di molte forme di discriminazione, nella tutela delle scelte sul proprio corpo e sul proprio stile di vita. Eppure l’evidenza di un’uguaglianza mai pienamente raggiunta è sotto gli occhi di tutti. Dal lavoro alla politica, dalla ricerca scientifica all’economia, in ogni comparto della vita sociale italiana le donne si trovano ancora, molto spesso, in una condizione di subalternità. Lo dicono i dati sull’occupazione femminile, specialmente al Sud Italia, lo dicono i numeri delle violenze e dei femminicidi, lo dice la disparità di accesso ai ruoli dirigenziali nelle imprese e nelle istituzioni. Lo dice, nel modo più esplicito, il linguaggio sessista che pervade ogni ambito della vita pubblica e privata.

La strada da fare è lunga e spesso incontra nuovi e vecchi ostacoli a ogni curva. Ridiscutere della legge sull’aborto, per fare solo un esempio, come è avvenuto poche settimane fa all’Università di Pavia, che ha ospitato un convegno sull’interruzione di gravidanza promosso dal movimento anti-abortista FederVita Lombardia, è un salto in un passato retrogrado che ci colloca agli ultimi posti tra i Paesi europei. E non è certo la prima volta che in Italia si sollevano voci conservatrici, che vogliono negare i diritti e le libertà conquistati dai movimenti delle donne negli ultimi decenni.

E allora, a cento anni dal primo 8 marzo della storia italiana (fu un 12 marzo quello del 1922, a voler essere rigorosi, ma poco importa), abbiamo pensato di dover fare il punto su dove ci troviamo oggi e dove vogliamo andare. E abbiamo pensato di farlo attraverso le voci di alcune donne che vivono nel nostro territorio o che da qui provengono, diverse per età, orientamento politico, professione, esperienze, passioni. L’intento è di mettersi in ascolto, di guardare da diverse prospettive, di osservare ad ampio raggio le vite delle donne, le loro rivendicazioni e battaglie, le aspirazioni per il futuro.

Nei prossimi giorni ospiteremo i contributi di Elvira Adamo, Letizia Dimartino, Giada Drocker, Sofia Ferra, Letizia Giarratana, Sonia Iacono, Loredana Leggio, Gianna Miceli, Annique Ndonho, Alessia Scarso, Maria Rita Schembari. Punti di vista differenti, come differenti sono le donne e le vite che vivono.