Ci ha lasciati ieri pomeriggio, all’età di 90 anni, Carmelo Campanella, il contadino di Ragusa diventato un caso letterario per le storie popolari, i racconti e le poesie che scriveva sui sacchi di carta per il mangime.
Nel 2015 aveva rilasciato un’intervista su Free Time Magazine che è possibile rileggere QUI.
Il suo caso era stato raccontato per prima dalla storica Chiara Ottaviano, che aveva raccolto e pubblicato alcuni testi nell’”Archivio degli Iblei”. Campanella è stato paragonato a un altro contadino scrittore di queste parti, il chiaramontano Vincenzo Rabito, le cui memorie sono diventate un libro, Terra matta, e un film prodotto dalla stessa Chiara Ottaviano per la regia di Costanza Quatriglio.
In questi anni Campanella non ha mai abbandonato la sua vocazione, continuando a scrivere fino alla fine e lasciandoci un ricco patrimonio di cultura popolare.
Così lo ha ricordato Chiara Ottaviano sul gruppo Facebook “Archivio degli Iblei”:
Ci mancherà la sua intelligenza e la sua generosità, il suo grande buon senso e la sua saggezza. E soprattutto ci mancherà la sua passione nel raccontare la sua vita e il suo tempo, quello del duro lavoro e della vita quotidiana, con le sue povertà e difficoltà, insieme al suo mondo interiore, animato da una profonda e incrollabile fede e alimentato dalla memoria dell’esperienza di chi l’aveva preceduto. Ci ha informato su tutto: quel che si faceva e ciò a cui si credeva, quando le tradizioni si rispettavano immutate e quando si innovavano, cosa si cantava e come si pregava, quel che rattristava e quel che divertiva, le aspirazioni, i successi, l’amore, le disgrazie e i desideri di chi ha sempre lavorato in campagna e non ha mai smesso di imparare, dai più anziani come anche dai figli, dai libri ma anche da cantastorie di passaggio o dai dischi ascoltati a casa di una vicina. Da anziano non ha mai smesso di scrivere, fino a poche settimane fa. Aveva la quinta elementare.