Licata, una tragedia scaturita da una lite per la spartizione delle terre

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Immagine di repertorio

La terribile carneficina compiuta stamattina a Licata da Angelo Tardino, nella quale hanno trovato la morte il fratello Diego Tardino, 45 anni, la cognata Alexandra Angela Ballacchino, 40 anni, e i due nipoti Alessia di 15 e Vincenzo di 11 anni, sarebbe scaturita da una lite tra fratelli su questioni di eredità.

L’assassino si era recato, stamattina presto, in contrada Safarello, dove si trova la casa di campagna di Diego. Tra i due fratelli sarebbe scoppiata l’ennesima lite per la spartizione delle terre lasciate in eredità dal padre, coltivate a ortaggi e primaticci in serra. Durante il litigio, Angelo Tardino ha estratto una pistola Beretta calibro 9×21 e fatto fuoco.

Secondo quanto emerso sin qui dalle indagini, coordinate dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dal sostituto Paola Vetro, Tardino è poi salito in auto, raggiungendo via Mauro De Mauro e sparandosi alla tempia con una pistola a tamburo marca Bernardelli durante una telefonata con i carabinieri, che stavano cercando di persuaderlo a costituirsi. L’uomo aveva un regolare porto d’armi per entrambe le pistole.

Angelo Tardino è morto alcune ore dopo all’ospedale Sant’Elia di Caltagirone, dov’è stato trasferito in eliosoccorso in condizioni disperate.