Paolo Schiavocampo, il grande artista siciliano scomparso ieri a 97 anni, è stato uno dei maestri di pittura e scultura, conosciuto a livello internazionale per le sue opere di dimensioni ambientali che con le loro forme geometriche essenziali si pongono in profonda relazione con gli spazi nei quali vengono collocate. Nei primi anni ’80, nasce in lui il desiderio di cimentarsi con la grande scultura a valenza pubblica. Sul finire del decennio, Antonio Presti lo coinvolge nel suo progetto di trasformazione del territorio fra Tusa e i comuni limitrofi in un grande museo all’aperto: la Fiumara d’Arte. Una collaborazione che accetta con entusiasmo e che si rinsalda attraverso il continuo stimolo reciproco fra le idee di Presti e le sue, arrivando infine alla realizzazione di una grande opera in cemento e ferro: Una curva gettata alle spalle del tempo.
Paolo Schiavocampo non ha mai smesso di lavorare fino all’ultimo: ancora a 97 anni, e nonostante un episodio ischemico che, per fortuna, non ha minato la sua lucidità, era intento a reinventare il proprio modo di operare tracciando sulla carta, con penne a punta fine, elaboratissimi intrecci di linee geometriche con una fermezza della mano impressionante per una persona della sua età. Chi l’ha conosciuto l’ha apprezzato per questa sua perseveranza, per la capacità di guardare sempre avanti e di essere fonte di ispirazione per gli altri.
“Un grande abbraccio ideale a un maestro della scultura – è il cordoglio di Antonio Presti, Presidente della Fondazione Fiumara d’Arte, – una delle figure più importanti nel panorama contemporaneo internazionale e uno dei primi artisti del museo a cielo aperto Fiumara d’Arte. Ci legava un grande rapporto di affettuosa stima e di empatia, un artista dal grande cuore e dotato di una straordinaria generosità. Paolo era un artista umile, per bene, un uomo ironico, generoso con tutti, e specialmente con i ragazzi con i quali amava discutere con uno statuto morale di uomo e artista.”
Era l’anno 1988 quando iniziò la costruzione dell’opera Una curva gettata alle spalle del tempo. Nell’ultimo restauro delle sculture di Fiumara d’Arte, Paolo Schiavocampo insieme ad Antonio Presti si sono confrontati su una nuova proposta di restauro attraverso il processo artistico di conservazione, trasformazione e rigenerazione. E’ nata così una nuova scultura che restituisce una nuova visione.
“L’opera originaria di Paolo, come del resto tutte le opere di Fiumara d’Arte – continua Antonio Presti raccontando questo aneddoto, – fu sequestrata per abusivismo. Dopo tanti anni, l’opera fu finalmente dissequestrata e riconsegnata a Fiumara d’Arte con tutta la carpenteria in lamine di metallo. Fu un momento di grande intesa tra me e Paolo, non rimuovere la carpenteria lasciando l’opera di solo cemento armato ma fare diventare quella carpenteria la pelle dell’opera. A conclusione dei tanti processi e vicissitudini ormai noti, l’ultimo restauro avviato nel 2016 fu l’occasione di un’azione completamente innovativa rispetto al restauro: rigenerare attorno alla scultura madre una nuova opera, una monumentale struttura in acciaio che avvolge armoniosamente l’opera esistente, ed accanto uno Stonehenge di marmo rosso di San Marco d’Alunzio”.