Scuola: è caos sulle riaperture. A Catania e Palermo chiuse, a Ragusa no

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È caos sulla riaperture delle scuole. La Regione in mattinata ha deciso di riaprire da domani, ma ogni città procede in ordine sparso.

Palermo e Catania scelgono di tenere le scuole chiuse. Ragusa, invece, opta per la riapertura:

La nota del sindaco, Peppe Cassì:


“Dopo la modifica del calendario scolastico imposto dalla Regione, ed il posticipo di 3 giorni della riapertura, domani anche gli studenti siciliani torneranno in classe, al pari di quelli di tutto il resto d’Italia rientrati già lo scorso lunedì.
In questo senso si è espresso oggi l’assessore regionale La Galla all’esito della riunione della task force convocata con i rappresentanti delle categorie coinvolte: la situazione siciliana non è differente da quella dei Comuni del resto d’Italia, dove le scuole hanno riaperto i cancelli già da 3 giorni, pur con le difficoltà e i disagi dettati dallo stato emergenziale in atto. Alcuni sindaci della Regione stanno adottando ordinanze contingibili e urgenti di mantenimento della chiusura, ma non ci sono a mio parere i presupposti giuridici e fattuali per condividere questa decisione.
Le ordinanze di governatori regionali e di sindaci che con provvedimenti amministrativi si pongono in contrasto con la norma nazionale, gerarchicamente superiore, sono facilmente oggetto di impugnativa e di revoca da parte della Magistratura amministrativa, come già accaduto con l’ordinanza del governatore della Campania, inesorabilmente annullata dal Tar con un provvedimento circostanziato ed ineccepibile. Sostiene il TAR che le ordinanze emergenziali si giustificano solo ove ricorra, oltre all’urgenza, la mancanza di altra regola di rango superiore che abbia previsto la fattispecie e l’abbia normata, come pacificamente accaduto per la gestione della pandemia. In un momento in cui nessun posto può essere considerato del tutto immune dal pericolo di contagi, le scuole hanno dimostrato di attuare una sana osservanza delle regole ed essere quindi più sicure rispetto a tanti altri luoghi abitualmente frequentati dai ragazzi. È infatti evidente come la scelta di chiudere le scuole al mattino sarebbe immediatamente vanificata già al pomeriggio dalle abitudini dei ragazzi di ritrovarsi in casa, al centro commerciale, nelle piazzette, nelle palestre. Non si può peraltro nemmeno istituire un lockdown solo per i minori, privandoli della scuola, principale occasione di formazione e di realizzazione di ogni giovane, dello sport, degli amici.
Sarebbe ingiusto e diseducativo far cadere il peso di questa nuova ondata di contagi sviluppatasi durante le Festività, proprio quando le scuole erano chiuse e solo pochi hanno rinunciato a incontri e svaghi, su una sola generazione già duramente penalizzata. Sono già allarmanti, secondo gli esperti, le conseguenze piscologiche, di apprendimento e la didattica a distanza attuata nei mesi scorsi si è rilevata discriminatoria.
Comprendo quindi la preoccupazione degli studenti, dei genitori, degli insegnanti, ma condivido il principio secondo cui la chiusura delle scuole è l’ultimo provvedimento restrittivo da adottare, dopo aver eventualmente chiuso tutto il resto: i mercati, gli stadi, le palestre, i ristoranti, i bar, le chiese, ecc…
Inevitabilmente nei prossimi giorni i contagi continueranno ad aumentare, inevitabilmente alcune classi saranno costrette alla dad ed alcuni presidi dovranno fronteggiare la assenza di personale; ma la scelta, rivendicata a gran voce da più parti nei mesi addietro, di imparare a convivere con il virus aprendo, ripartendo, lavorando non può non coinvolgere anche le scuole, che di una comunità sono il pilastro.”