La ricorrenza annuale che ricorda il terremoto grande del 1693, quello che distrusse il Val di Noto, fa rinnovare ai fedeli chiaramontani la devozione alla Madonna di Gulfi. E, nello stesso tempo, ricordare un evento luttuoso e triste che ha segnato il passato della Sicilia sud orientale. E’ quanto afferma il rettore del santuario interdiocesano Maria Santissima di Gulfi a Chiaramonte, il sacerdote Graziano Martorana, nel messaggio ai fedeli che annuncia le celebrazioni per il 329esimo anniversario della commemorazione del terremoto del 1693. Martedì 11 gennaio, inoltre, ricorre la festa del patrocinio della Madonna di Gulfi. La preparazione alla festa prenderà il via già da venerdì 7 gennaio con l’intenzione del giorno rivolta a coloro che sono soli e si sentono tristi. Alle 9 ci sarà la celebrazione eucaristica a San Nicola, alle 18 il Santo Rosario animato, alle 18,30 la santa messa presieduta da don Giuseppe Antoci, rettore del santuario di Maria Santissima Addolorata a Monterosso. Subito dopo, alle 19,15, lo stesso don Antoci, che tra l’altro è anche direttore dell’archivio storico della diocesi di Ragusa, sarà il protagonista della serata culturale avente per tema “La festa della Madonna di Gulfi all’indomani del terremoto del 1693”. “Il terremoto, evento mai prevedibile nel tempo e nella gravità – scrive ancora don Martorana – ci ricorda sempre la precarietà della nostra vita e ci richiama alla solidarietà fra noi: così fu all’indomani dell’11 gennaio del 1693, dove in tantissimi, accomunati dalla sciagura e dalla perdita di affetti cari, si sono stretti l’un l’altro e hanno ricostruito la città che ancora oggi viviamo e i cui monumenti architettonici portano i segni evidenti di tale ricostruzione”. Saranno Confcommercio provinciale con il presidente Gianluca Manenti e Confcommercio sezionale con il presidente Danilo Scollo a sostenere l’attività di comunicazione dell’evento religioso “ritenendo – dicono all’unisono – che si tratti di un appuntamento intimamente connesso alla nostra memoria e all’identità di un popolo. Ecco perché parliamo di un appuntamento che merita di essere celebrato con la dovuta attenzione da parte di tutti”.