A Ragusa oltre il 91% di popolazione over 12 è vaccinata con almeno due dosi; un dato superiore alla media provinciale, regionale e nazionale.
Proprio grazie ai vaccini la pressione sugli ospedali è sotto controllo, malgrado l’aumento esponenziale dei contagi di questi giorni. Questo ha portato a lunghe code davanti all’hub vaccinale di Ragusa.
Anche il sindaco Cassì, ha raccontato in un post su Facebook, la sua esperienza in attesa del vaccino.
“Un paio di giorni fa mi sono vaccinato contro il covid per la terza volta. La coda all’hub vaccinale dell’ex Ospedale Civile era lunga e ho atteso oltre 4 ore prima di ricevere la mia dose (Moderna, dopo le prime due in cui avevo scelto Astrazeneca).
Posso solo intuire la pressione a cui tutto il personale Asp è sottoposto in questi giorni tra campagna vaccinale per la terza dose, per chi ha deciso di sottoporsi alla prima, per gli under 12 ora ammessi al vaccino; un impegno a cui si aggiunge lo sforzo per screening e tamponi.
Ho trovato personale oberato ma gentile e disponibile, e non perchè avevano di fronte il sindaco (ho avuto tempo di osservarne il comportamento da ben prima che arrivasse il mio turno).
E comprensivi e rispettosi erano i tanti ragusani in coda, che proprio alla presenza del sindaco avrebbero potuto manifestare disappunto per la estenuante attesa.
Invece ho trovato grande consapevolezza della necessità del vaccino, sopportazione e pazienza anche in situazione di oggettivo disagio.
Il sistema, ovviamente, può e deve essere migliorato e il Comune è pronto ad offrire ad Asp tutto il supporto necessario.
Il modo per ridurre i disagi non può che essere quello di ampliare e agevolare la campagna di vaccinazione a cominciare dalle farmacie e dai medici di famiglia.
Occorre evitare che l’hub vaccinale sia il collo dell’imbuto, l’unico punto di somministrazione.
A Ragusa oltre il 91% di popolazione over 12 è vaccinata con almeno due dosi; un dato superiore alla media provinciale, regionale e nazionale.
Proprio grazie ai vaccini la pressione sugli ospedali è sotto controllo, malgrado l’aumento esponenziale dei contagi di questi giorni.
Dobbiamo abituarci a convivere con il virus avendo sperimentato gli strumenti per contrastarlo: vaccino certo, ma anche mascherine e distanziamento, necessari e direi obbligatori per la salute nostra e di tutti. Ci è toccato di vivere questo momento storico particolare e per certi versi terribile.
Il grado di civiltà di una comunità si misura anche dalla capacità di adattamento e di reazione alle avversità.
Oggi la parola più usata e forse abusata è “resilienza”. Ciascuno sia resiliente e paziente, e mantenga massima attenzione ai propri comportamenti, prima di giudicare quelli altrui.”