A Modica accolta famiglia profuga siriana grazie a corridoi umanitari

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Circa un anno fa, a Modica, i volontari di “Operazione Colomba” – una Rete di associazioni formata da Agesci Modica1, Masci, Piccoli Fratelli, Centro Missionario Intercongregazionale, Caritas, Comunità Papa Giovanni XXIII, Rete Radie Resch, Ricostruttori, Misericordia – si sono riuniti per aprire la strada a un progetto di accoglienza di una famiglia siriana attraverso i corridoi umanitari. Un cammino lungo, fatto di incontri e di confronti, di formazione e di condivisione, che ha visto crescere intorno al primo nucleo di volontari una grande Rete solidale, accompagnata da Operazione Colomba (Corpo nonviolento di Pace che opera anche in Libano, nei campi profughi al confine con la Siria).

Il progetto è divenuto concreto lunedì 29 novembre, dopo mesi di rinvii immotivati da parte delle autorità competenti, con l’arrivo a Modica di Mahmoud Shames El Din, insieme con la moglie e ai loro quattro figli. Oggi questa famiglia è accolta in una casa dignitosa, sistemata con la buona volontà di tutti. Un efficace lavoro di squadra che ha visto ognuno impegnato per le proprie possibilità, e grazie alla disponibilità di un amico che ha accettato di affittarla in maniera equa.

La famiglia di Mahmoud è circondata dalle attenzioni e dall’affetto del gruppo, una Rete pronta a sostenere il nucleo familiare anche nell’affrontare i bisogni della quotidianità.

I ripetuti confronti sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione che hanno preceduto quest’arrivo, ci permettono di fare alcune considerazioni: i “corridoi umanitari” sono una risposta efficace, ma purtroppo poco sostenuta dalle istituzioni nazionali; il coinvolgimento della società civile e dell’associazionismo può essere garanzia di efficacia nei progetti di accoglienza e d’integrazione; fare Rete può essere una risorsa straordinaria anche per insegnare alle generazioni future i valori della cooperazione e dell’accoglienza.

Pensiamo, oggi più che mai, che è necessario un superamento di iniziative episodiche, seppur lodevoli, al fine di approdare a un coordinamento locale tra volontariato e istituzioni, che permetta di strutturare una risposta adeguata alle dimensioni e alla delicatezza del problema dell’immigrazione visto nella sua complessità, e che ne sappia cogliere anche le possibili risorse.

L’amministrazione comunale di Modica si è fatta carico di pagare i primi sei mesi per la locazione dell’immobile che ospiterà la famiglia siriana.

«Crediamo – dicono i volontari – che i corridoi umanitari, risposta civile alle tragedie della migrazione di cui siamo testimoni da tempo, possano anche a Modica, come altrove, implementarsi notevolmente con l’impegno di tutti. Una città che si fa casa».