Chi sono gli appartenenti alla cosiddetta ‘Generazione Sandwich’, o generazione di mezzo, e quali nuove problematiche si trovano ad affrontare in tempo di pandemia? Lo spiega in una nota il presidente di Anteas Ragusa Rocco Schininà: “Nella nostra città, sono circa 18mila le persone che fanno parte della cosiddetta Generazione Sandwich, ovvero 45-55enni che, oltre al proprio lavoro, devono prendersi cura dei genitori anziani e, allo stesso tempo, dei figli minorenni. Un fenomeno in costante crescita che richiede un’analisi specifica e strumenti di supporto adeguati, per non incorrere in situazioni di elevato stress e ansia. A maggior ragione in questo periodo contrassegnato dalla pandemia e da un’emergenza sanitaria che stenta a passare”.
Anteas Ragusa punta dunque i riflettori su una conseguenza del cambiamento profondo che sta investendo il tessuto familiare e che, in epoca Covid, invoglia a prestare la massima attenzione con un occhio alle prospettive future. “Le generazioni di mezzo – spiega il presidente Schininà – sono quelle famiglie che, anche nella nostra città, contestualmente devono dividersi tra la cura dei genitori anziani e il sostentamento dei figli non ancora autosufficienti, sentendosi immancabilmente oppresse e schiacciate sotto il peso di due generazioni. Ma al tempo stesso costituiscono il perno della nostra società locale che ruota attorno a temi quali la disoccupazione, la precarietà e la crescita zero. Queste persone costrette tra la cura dei figli e quella degli anziani in famiglia sono sovraccariche rispetto a questo ruolo, e ne pagano conseguenze a livello materiale, emotivo e di salute. In particolare, le donne per ciò che riguarda lo stress casalingo, le rinunce alla carriera lavorativa e la significativa riduzione del tempo da dedicare a se stesse o ad attività piacevoli. Abituate a fare tutto da sole, tendono a sottovalutare questo carico di stress a cui si aggiunge stanchezza fisica, affanno, mal di testa perenne, senso di avere sempre troppa o poca fame, insonnia. E’ facile, senza rendersene conto, trovarsi in una condizione di supereroe, in cui si vuole far tutto da soli senza delegare nulla, finché le forze lo permettono. Quando si supera il proprio limite, è difficile accettarlo e ci si chiede come possa essere successo”.
L’invito di Anteas è quello di rivolgersi agli esperti quando si verificano problemi del genere. “L’importante – sottolinea ancora Schininà – è parlare con qualcuno della propria situazione. All’interno della famiglia, nello specifico, è necessaria una buona comunicazione per poter chiedere di gestire insieme i momenti critici. Ma non solo. Può essere utile favorire la collaborazione fra le generazioni agli antipodi, i figli e i nonni. In questo modo, oltre ad una gestione della quotidianità condivisa dai membri della famiglia, si responsabilizzano i figli e si aiutano le persone anziane a sentirsi ancora utili e attive”.