Quando Gesualdo Bufalino si incontrava con Leonardo Sciascia nella campagna di quest’ultimo, in contrada Noce a Racalmuto, era sempre festa. E anche i nipoti di Sciascia aspettavano con simpatia l’arrivo dello scrittore comisano che, visto il rapporto di amicizia, lo vedevano quasi come un altro nonno. Ed è dedicata proprio a questi incontri gioviali, pieni di sincera amicizia e di reciproco rispetto, la mostra “Sorrisi alla Noce” che si è inaugurata sabato sera alla Fondazione Bufalino di Comiso e che sarà fruibile fino al 28 novembre. E’ l’evento conclusivo del festival “L’ingegnere di Babele” che da settembre ad oggi ha acceso l’attenzione su diversi ambiti, dall’arte al teatro, dalla musica all’immancabile letteratura, alla fotografia, attraverso un percorso tutto dedicato ai nuovi linguaggi, alla parola. Quelle che in qualche modo possono essere chiamate come “istantanee d’amicizia”, altro non sono che le numerose foto scattate da Nino Catalano, genero di Sciascia, le volte in cui Bufalino andava a trovare Sciascia nella casa di campagna, da dove, tra un sorriso e l’altro, tra una discussione seria e una futile, tra la lettura di pagine e piccoli dibattiti tra amici, era possibile godere anche di tramonti straordinari.
Racconti che vivono ancora oggi in queste fotografie in bianco e nero che compongono il corpus della mostra, ma anche nei ricordi di Vito Catalano, e di suo fratello, i figli di Nino e dunque i nipoti di Sciascia, quasi sempre presenti proprio durante quegli incontri. Ed è stato Vito Catalano, scrittore e ospite sabato alla Fondazione Bufalino, a raccontare quegli attimi vissuti con gli occhi da bambino. “Queste foto ritraggono le visite di Bufalino a mio nonno. Erano visite molto gradite anche da noi bambini, ci piaceva ascoltarli nelle loro discussioni. Ho un bellissimo ricordo – ha detto Catalano – perché percepivo positivamente quegli incontri tra di loro, che, rispetto ad altri incontri, erano irripetibili ed eccezionali. Un’amicizia sincera, leale, avvenuta tra due persone già sessantenni ma talmente forte che sembrava essere maturata nella loro giovinezza. Nonostante avessero profili diversi come scrittori, entrambi avevano un immenso amore per la letteratura, un amore vero a cui dedicavano parecchie ore quotidiane con un’assidua frequentazione delle pagine”.
La mostra è dunque un evento speciale che celebra il rapporto straordinario tra Bufalino e Sciascia, come conferma Giuseppe Digiacomo, presidente della Fondazione Bufalino: “Una documentazione fotografica dal sapore familiare che, ancorché venga meno dal punto di vista della risoluzione artistica, è fortemente compensata dal valore affettivo e culturale per quel che rappresenta. E segna anche un omaggio a Sciascia di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita. Il festival “L’ingegnere di Babele” si conclude dunque con quest’iniziativa. Pensiamo di aver dato il nostro contributo per tenere alto il nome di Bufalino e non solo il suo, sperando nel ritorno di una temperie culturale come quella impareggiabile che in Sicilia si ebbe nella seconda parte del Novecento. Chissà che non possa partire, col contributo di tutti, un progetto in cui la cultura torni ad essere la stella polare della vita della nostra comunità, il miglior modo per poter sconfiggere, come diceva Bufalino, le cose orribili della nostra terra. Un progetto ambizioso ma necessario”.
Dal sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, l’auspicio che il festival possa trovare altre prossime edizioni: “Con questo evento non poteva esserci conclusione migliore per il festival “L’ingegnere di Babele” e voglio sperare che possa essere la prima edizione di una lunga serie che ci permetterà di ritrovarci attorno alla figura eccezionale di un uomo d’altri tempi come era Bufalino, ritratto in questi scatti fotografici con Sciascia nel rapporto di amicizia vera, ilare, profonda, leale, con tanti sorrisi che purtroppo da 20 mesi a questa parte ci sono inibiti”. Vari i contributi durante l’apertura della mostra come quelli del docente dell’Università di Sassari e componente del comitato scientifico della Fondazione, Massimo Onofri e del parlamentare Giorgio Assenza anche in rappresentanza dell’Ars.
Per il direttore scientifico della Fondazione Bufalino, Nunzio Zago, “il pregio di questa mostra fotografica è quello di svelare una dimensione più quotidiana, familiare, del rapporto tra questi due grandi scrittori di livello europeo, che non amavano i salotti mondali e che si godevano un’amicizia un po’ all’antica, alla siciliana, improntata su rapporti disinteressati, in una dimensione quasi paesana ma assolutamente autentica. Valeva la pena concludere questo nostro percorso già partito lo scorso anno con le celebrazioni per il centenario dalla nascita di Bufalino”. E mentre proprio oggi 15 novembre 2021 ricorrono i 101 anni, è già tanto l’interesse da parte di studiosi e fruitori della mostra che da sabato si recano nella sala esposizione per poter osservare quei sorrisi indelebili. La mostra fotografica sarà fruibile al pubblico dal 13 al 28 novembre 2021 tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00. La manifestazione gode del contributo del Comune di Comiso, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’Assessorato Regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana. Info su www.fondazionebufalino.it