Lunedì pomeriggio in Piazza San Giovanni è stata inaugurata la Tenda dell’accoglienza e l’avvio delle manifestazioni organizzate dalla Fondazione San Giovanni Battista per la 107° giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
“Questa ricorrenza – spiega Renato Meli presidente della Fondazione San Giovanni Battista – diventa una finestra di opportunità per sensibilizzare le comunità al tema delle migrazioni. Purtroppo spesso abusiamo della logica del “noi” e del “loro” ma Ragusa con i suoi tre ponti ci insegna ad unire ciò che è diviso. Dobbiamo impegnarci tutti per abbattere i muri che ci separano e costruire ponti simbolici che favoriscano la cultura dell’incontro. Tutti insieme possiamo trasformare le frontiere in luoghi privilegiati dove far fiorire il miracolo di un Noi sempre più grande”.
“Ringrazio la Fondazione che ricorda questa giornata – afferma Ferdinando Trombadore, Capo di gabinetto della Prefettura di Ragusa – puntando l’attenzione verso la nostra realtà territoriale, ogni giorno impegnata nell’accoglienza. Le nostre coste, infatti, sono spesso coinvolte e la Prefettura è chiamata a gestire gli sbarchi e i trasferimenti grazie anche ai centri presenti nel territorio e di cui anche la Fondazione è espressione”.
“Mi piacerebbe sottolineare due temi – commenta Filiberto Fracchiolla, dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura di Ragusa – che riguardano questa giornata e il lavoro che quotidianamente facciamo insieme, istituzioni e terzo settore: l’aspetto politico che inevitabilmente condiziona il nostro operato e l’integrazione che dovrebbe essere l’obiettivo principale e condiviso tra tutte le forze in campo”.
“In una giornata come questa – afferma Maria Rita Schembari, sindaco di Comiso – il nostro pensiero non può non correre verso l’Afghanistan, le donne, i bambini e tutte le storie drammatiche che stanno accadendo in questo momento. In qualità di Provincia e di Comuni possiamo anche noi fare la nostra parte e renderci ancora più disponibili verso l’accoglienza”
“Ragusa è davvero la città dei ponti che uniscono – conferma Peppe Cassì, sindaco di Ragusa – città dell’accoglienza, città dell’incontro. Viviamo un luogo di frontiera e abbiamo una grande responsabilità in quanto rappresentiamo il primo contatto con l’Europa per molti migranti. Il valore di questa giornata, inoltre, è rivolto anche a “noi” perché “l’altro” può essere fonte di conoscenza e opportunità per ciascuno di noi”.
“La nostra provincia già da diversi anni è ente titolare di centri SAI – spiega Carmen Cimino, Libero consorzio comunale di Ragusa – e il lavoro sinergico che viene fatto in queste realtà vuole andare oltre l’accoglienza puntando soprattutto all’integrazione”
“La tenda dell’accoglienza e dell’ospitalità – chiude padre Roberto Asta, Vicario della Diocesi di Ragusa – è carica di tanti simboli e significati. E’ un luogo fisico e spirituale dove le persone si trovano e si incontrano. Dio pianta la tenda tra il popolo, come segno di unione ma anche di precarietà. La tenda va piantata, custodita e smontata perché è fragile e ci si può aprire all’altro solo camminando insieme. Così si costruisce un “Noi sempre più grande” come ci indica Papa Francesco”.