“Serve un’ulteriore opera di convincimento” la lettera del sindaco di Comiso ai medici

245
Immagine di repertorio
La lettera del sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, ai medici di famiglia affinchè convincano chi ancora non si è vaccinato.
“Alle Signore e ai Signori Medici di famiglia
del Comune di Comiso
OGGETTO: Campagna vaccinale contro la pandemia da CoViD19
Gentilissime Dottoresse, Egregi Dottori,
la pandemia che ha travolto il nostro pianeta rischia di protrarsi per tempi indefiniti, stravolgendo di fatto il mondo e la società in cui viviamo.
Già da qualche mese il vaccino è a disposizione di tutti gli aventi diritto, eppure la nostra provincia, e la nostra città in particolare, segnano il passo in ordine a percentuali di inoculazioni rispetto al resto del Paese Italia.
Non oso pensare a quali effetti deleteri la mancata copertura vaccinale potrà portare con sé, in ordine a pressioni insostenibili sui reparti ospedalieri, sul Vostro lavoro quotidiano, e, di conseguenza, anche sul normale svolgimento di molte attività, tra cui quelle scolastiche in primis, che rischiano di vedersi ancora una volta penalizzate, con grave nocumento per la formazione e l’equilibrio psico-fisico dei nostri giovani. Senza considerare le ripercussioni di ordine economico, per cui già troppe categorie di artigiani e commercianti hanno visto ridursi, fino al limite ed oltre del fallimento, attività costruite grazie ad una vita di sacrifici ed a coraggiosi investimenti.
Della vita culturale, del mondo dello sport, poi, ridotti quasi all’assoluto azzeramento, non voglio nemmeno far cenno, visto l’orrore che provoca in me quanto in Voi l’idea di una società che si privi di quelle caratteristiche peculiari che rendono l’essere umano, sensiente e sensibile, quello che ha prodotto, unico sulla terra, un patrimonio inestimabile di imprese, opere ed idee.
I dati ufficiali che giungono dalla nostra Azienda Sanitaria Provinciale ci dicono in maniera chiara ed incontrovertibile che la vaccinazione di massa, mai disgiunta ovviamente dalle cure domiciliari dalle Signorie Vostre autorevolmente somministrate ai pazienti che, contratta l’infezione, ne avessero necessità, è ad oggi il deterrente di maggiore successo contro l’avanzata del virus.
L’Amministrazione comunale, che guido e rappresento, ha messo e continua a mettere in campo ogni sforzo necessario e ad approntare forze e strutture per incentivare molti a questo atto di irrununciabile responsabilità.
Ora sono qui a chiedere alle SS.VV. un ulteriore impegno, che si somma alle energie profuse fino ad oggi in tale direzione: nessuno come voi conosce i propri pazienti; quello tra medico di famiglia ed assistiti è uno tra i rapporti più solidi e belli che l’umanità conosca; nessuno può, al pari Vostro, incidere ed essere determinante rispetto ai tanti, troppi, ancora tentennanti e titubanti, non per loro responsabilità, ma per colpa di una ipertrofia delle comunicazioni, il più delle volte contraddittorie e sensazionalistiche, soprattutto nel mettere in rilievo gli effetti collaterali, per la verità assimiliabili a percentuali irrisorie, del vaccino.
L’impegno per la salvaguardia della salute pubblica, per la rinascita della nostra società in tutte le sue svariate e molteplici componenti ed articolazioni, è un impegno che deve vedere Istituzioni, Politica e Scienza -quest’ultima da Voi nobilmente rappresentata e vissuta nel quotidiano impegno della professione- assoltamente schierate dalla stessa parte e con un unico superiore fine.
Certa del fatto che anche in questa occasione collaboreremo proficuamente per il bene comune, porgo fin d’ora i miei più rispettosi saluti”