Quel che resta sotto la cenere di Calaforno. È il cuore di chi ama questa terra

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Immagine tratta dal profilo fb di Santi Galofaro
“Buongiorno da quel che era Calaforno. Quello che tutti speravamo, il miracolo che tutti ci aspettavamo è avvenuto. La maggior parte degli animali sono salvi.
Gli asini si sono salvati andando nel terreno accanto dove abbiamo aperto una parte di recinzione, le caprette, le papere, le tartarughe, i porcellini d’india tutti vivi.
Purtroppo sono morti tutti i volatili chiusi dentro la voliera e una pecora con i 2 agnellini che erano dentro la stalla e che purtroppo non ho visto quando l’ho aperta.
Gli asini hanno bisogno urgentemente di cure quindi se qualche dottore o qualche volontario può fare qualcosa si faccia avanti”.
“Saremo pure incoscienti e stupidi ma noi almeno abbiamo fatto il possibile per salvarli mettendo a serio rischio la nostra vita.
Purtroppo non abbiamo potuto fare tanto perché le gabbie e i cancelli erano tutti chiusi con i lucchetti e nessuno ha pensato di aprirli prima di scappare e lasciare i poveri animali al proprio destino.
Quello che ho vissuto oggi credo che non lo dimenticherò mai e spero con tutto il cuore di aver aiutato qualcuno di loro a salvarsi”.
“Una parte della mia vita oggi è morta con loro, con tutti gli animali che hanno perso la vita, con tutti gli alberi che sono stati distrutti.
Quella era casa mia, era il posto di cui mi vantavo sempre con gli amici, quel posto che mi trasmetteva tranquillità, quel posto in cui andavo quando volevo un po’ di pace.
Oggi quel posto non esiste più, oggi ho assistito ad uno spettacolo indegno.
Da oggi la mia vita non sarà più la stessa”…
Parlano da soli questi post di Santi Galofaro e Francesco Castellino che ieri, quando tutto bruciava, non hanno perso la speranza e con il loro intervento hanno salvato tanti animali che si trovavano nel parco di Calaforno… 
I video pubblicati sulle loro pagine facebook sono di una potenza infinita: il dolore, la rabbia, la voglia di non fermarsi per salvare tutti gli animali. Guardiamoli tutti, sono un manifesto di un mondo che, dal ‘piccolo’, può cambiare. Fateli guardare ai bambini, capiranno con semplicità cosa siano l’amore e il dono gratuito. Fateli guardare a chi non si ricorda, ogni giorno, che se va a fuoco Calaforno va a fuoco ‘casa’ nostra. 
Sotto la cenere di quel che resta di Calaforno non c’è il nulla, c’è il cuore di chi – come questi due giovani – non si è limitato a fotografare o a lamentarsi. Hanno preso il coraggio a quattro mani e hanno dato il loro contributo.
Che Dio vi benedica o, più laicamente, che tutti vi siano riconoscenti!