C’avete bruciato ‘casa’: che siate maledetti!

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Immagine tratta dalla pagina: Monterosso Almo - Uno dei Borghi piu belli d'italia

Ore 18,45, strada statale 194, poche centinaia di metri dopo la Diga di Santa Rosalia, in direzione Giarratana. Un paesaggio spettrale, impossibile da raccontare, un pugno allo stomaco duro da incassare.

Da un lato e dall’altro, dalla parte pianeggiante fino alle montagne, una serie infinita di lingue di fumo nere, tappeti di cenere, e – verso San Giacomo – uno sperone che le fiamme, vive e compatte, divorano senza sosta.

E poi il ritorno dalla strada montana, il passaggio dinanzi a Calaforno: la devastazione. Buio, nero, un odore acre di rabbia e dolore.

Alcune persone guardano senza riuscire a dire una parola, qualcun altro ha gli occhi lucidi, qualche altro ancora ripete: non c’è più niente.

Qualche focolaio c’è ancora, fin quasi al tramonto un canadair fa la spola tra il mare e la montagna; domani, forse, inizierà la conta dei danni. Immensi, perché di Calaforno resta ben poco.

Un rogo scientemente appiccato su più punti, su questo i dubbi sono minimi.

Per un soffio un ristorante, Le Due Palme, è stato risparmiato dalla distruzione. Momenti interminabili, di paura, poi l’arrivo dei soccorsi. A qualcun altro non è andata bene, un uliveto distrutto.

Calaforno è un luogo del cuore, dove in tanti abbiamo vissuto un momento felice, a contatto con la natura, in un’area attrezzata che conserva anche antichissimi resti di civiltà passate.

Ci hanno bruciato ‘casa’, perché luoghi così belli e così cari sono un po’ casa per ognuno che li vive. Tra i tanti messaggi che circola sui social, uno, disperato… “50 anni di lavoro per costruire un grande polmone… e in 5 minuti si distrugge un lavoro di una vita e tanti sacrifici dei nostri genitori, zii, nonni… il mondo è impazzito… Ora che cosa mi rimane, io vivo per la natura… i boschi sono la mia vita… a noi che amiamo l’ambiente è un giorno di lutto”.