“Sembrerebbe una scelta lapalissiana, lungimirante, ma purtroppo da decenni continua a non esserla. Eppure, sono trascorsi circa 35 anni (1987) da quando l’Esa predispose i quattro lotti per realizzare le opere di utilizzo della risorsa idrica inizialmente per uso irriguo. Successivamente, furono redatti studi di fattibilità anche per uso potabile dell’acqua della diga di Santa Rosalia. Ma nessun seguito hanno avuto: né politico, né tecnico”.
E’ quanto rileva il consigliere comunale di Ragusa Prossima, Gianni Iurato, a proposito della crisi idrica abbattutasi in questi ultimi giorni sulla città e ventilando un’ipotesi risolutiva che, però, nessuno sembra prendere in considerazione. Iurato ha presentato una interrogazione specifica in proposito. “Di questi 4 lotti, negli anni, solo 3, collegati alla diga Santa Rosalia – chiarisce Iurato – sono stati interamente realizzati. Nello specifico: lotto n.1 con la realizzazione di una condotta irrigua di circa 15/16 km che dalla diga raggiunge la vasca di compensazione denominata “Scicli” sita in contrada Cuturi; lotto n.2 con la realizzazione di una rete di distribuzione acqua irrigua dalla vasca denominata “Scicli” al distretto di Scicli; e, ancora, lotto n.3 con la realizzazione di una rete idrica dalla vasca denominata “Scicli” alla vasca irrigua Ragusa1, quest’ultima situata tra contrada Camemi e contrada Palazzola. La vasca Ragusa1, da anni, aspetta di interagire efficientemente anche con il nuovissimo (ovviamente mai attivato) potabilizzatore comunale di contrada Camemi, realizzato qualche anno fa per portare acqua potabile nelle contrade e nella riviera di Marina di Ragusa”.
“Ma la ciliegina sulla torta – spiega ancora Iurato – è rappresentata dal lotto n.4: realizzazione di un impianto di potabilizzazione con 6 pompe di sollevamento a ridosso dell’invaso diga Santa Rosalia per trasformare le acque invasate in acqua potabile; realizzazione di 2 reti idriche (alimentate con 3 pompe di sollevamento ciascuna) per finalità acquedotto rurale destinate una all’altopiano modicano (attraverso contrada San Giacomo, fino a Modica) e l’altra rete all’altopiano ragusano (attraverso la strada provinciale n.10 Ragusa-Chiaramonte, fino a Ragusa). La rete idrica per Modica è stata realizzata da circa 25 anni ed è arrivata fino alle porte della città della Contea. Il Comune di Modica, diversi anni fa, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il “Consorzio di bonifica n. 8 Ragusa” per utilizzare l’acqua della diga di Santa Rosalia, non solo per uso potabile ed irriguo rurale, ma anche per uso potabile cittadino. Ancora oggi questo protocollo è in atto e per Modica l’acqua della diga di Santa Rosalia è una preziosissima fonte di approvvigionamento di acqua potabile per la città (circa 20 litri al secondo). Per quanto riguarda la rete idrica prevista per Ragusa, invece, dopo tantissimi anni non esiste ancora. Per la politica ragusana, infatti, sembra che l’acqua della diga di Santa Rosalia non abbia suscitato e continua a non suscitare alcun interesse né per uso agricolo, né per uso potabile cittadino. E tutto ciò nonostante in questi ultimissimi anni 2 sorgenti importantissime che alimentavano l’acquedotto di Ragusa, mi riferisco sia alla sorgente Oro (capacità di 10-12 litri al secondo) e sia alla sorgente Misericordia (capacità di 12-14 litri a secondo) siano state estromesse dall’acquedotto comunale per gravissimo inquinamento delle acque nonché delle falde acquifere per cause momentaneamente ancora ignote. Neanche gli ultimi anni di grave siccità sono riusciti a far risvegliare nella nostra politica cittadina l’interesse per l’acqua della diga. Difatti, si stanno “snobbando” i 20 litri al secondo che si avrebbero dallo sfruttamento delle acque della diga”.
Nell’interrogazione, il consigliere Iurato chiede al sindaco “di predisporre una urgente formale richiesta alla Regione Sicilia per la realizzazione del lotto “Acquedotto Rurale Ragusano” come previsto nel progetto originario, o in alternativa, considerato che la diga Santa Rosalia si trova a 570 metri sul livello del mare mentre l’impianto comunale di sollevamento “San Leonardo” si trova sui 300-350 metri sul livello del mare, di studiare un “sistema a caduta” che porti l’acqua della diga fino al sollevamento San Leonardo per poi essere pompata in città insieme alle altre acque provenienti dai pozzi e sorgenti comunali; di accelerare quanto più possibile le opere di collegamento della rete idrica (circa 2-3 km), dalla vasca Ragusa1 al nuovissimo potabilizzatore di Camemi in modo da servire Marina di Ragusa e alcune sue contrade; di predisporre una variazione di bilancio per implementare un apposito capitolo con fondi straordinari da destinare alla sostituzione di parte della rete idrica cittadina notoriamente obsoleta; di andare fino in fondo, sia dal punto di vista tecnico-amministrativo, sia dal punto di vista legale, per capire definitivamente le cause che hanno portato alla chiusura delle 2 sorgenti che alimentavano l’acquedotto di Ragusa: nello specifico, la sorgente Oro (capacità di 10-12 litri al secondo) e la sorgente Misericordia (capacità di 12-14 litri a secondo). Contestualmente verificare se ci sono delle concrete possibilità di riaprirle in assoluta sicurezza per la salute dei cittadini. Vale la pena di ricordare che il contenuto di questi 4 punti era già stato sottoposto al sindaco di Ragusa, presente al convegno cittadino che la lista civica “Ragusa Prossima” ha organizzato nell’aprile 2019 presso la sala Avis di Ragusa, dal titolo: “Tutela e ottimizzazione delle acque potabili a Ragusa provenienti da sorgenti, pozzi e diga Santa Rosalia”. Oggi, quindi, lo stesso identico contenuto viene reiterato all’attenzione dell’Amministrazione comunale. Inoltre, nell’attesa di quanto sopra auspicato, fa cosa giusta il sindaco di Ragusa ad acquisire la gestione dell’impianto idrico dell’Asi composto da pozzi e impianti di sollevamento, in modo da migliorare l’apporto idrico nell’acquedotto comunale messo a dura prova dalla siccità di quest’anno”.