Vaccinazioni, rischio rallentamenti in tutta Italia

261

Le prenotazioni fissate fino al maggio da rinviare o cancellare, i richiami per almeno 2 milioni e 300mila italiani da gestire, le fasce d’età da rivedere. L’ennesimo colpo di scena sul vaccino di Astrazeneca, che sarà ora raccomandato per gli over 60 dopo esser stato consigliato per gli under 55 e poi esteso a tutte le classi di età, costringe il governo a rimettere mano al piano vaccinale, già cambiato tre volte dall’inizio della campagna a dicembre. Con il siero dell’azienda anglo-svedese che sarà ora somministrato ai 60-79enni.

“A breve ci sarà una circolare con tutte le indicazioni, dobbiamo essere chiari e netti” dice il ministro della Salute, Roberto Speranza al termine di una giornata di riunioni con gli esperti ribadendo però che le priorità dell’esecutivo non cambiano: vanno messi in sicurezza gli anziani e le persone fragili. Ma al di là delle decisioni che verranno prese in queste ore, un dato è già chiaro ed evidente a tutti: la modifica in corsa e, soprattutto, i timori sempre più diffusi tra gli italiani, rischiano di provocare ulteriori rallentamenti alle vaccinazioni proprio nel momento in cui è fondamentale imprimere un’accelerazione.

I numeri dicono che ad oggi ci sono 8 milioni di italiani che hanno ricevuto una prima dose di vaccino e a 2.294.203 di loro è stato somministrato il siero di Astrazeneca. Non tutti sono under 60, ma una buona parte sì. Dunque la prima decisione che il governo dovrà prendere sarà quella relativa ai richiami, che secondo le indicazioni dell’Aifa devono essere fatti a tre mesi dalla prima dose: verrà comunque somministrato il vaccino dell’azienda anglo-svedese a tutti? O solo agli over 60 e per i più giovani si procederà con un altro siero? Come si procederà con personale scolastico, forze armate e forze di polizia, le categorie prioritarie alle quali finora è stato riservato Astrazeneca?

Tutte domande che richiedono una risposta in tempi brevissimi.