Ristorazione, mondo dello sport e della cultura, un solo grido: “Fateci lavorare”

215
Foto di Sofia Accardo

I ristoratori siciliani proclamano lo stato di agitazione permanente. Da oggi, parte la mobilitazione di tutti coloro che, da 13 mesi, hanno dovuto chiudere le loro attività e non hanno avuto aiuti dallo stato. Una piattaforma rivendicativa verrà inviata a tutte le prefetture siciliane per esprimere la protesta della categoria e chiedere con forza la riapertura immediata delle attività.

Questa mattina, a Ragusa, in piazza Matteotti, si è svolta la manifestazione indetta e coordinata da Co.Ri.Sicilia, l’associazione costituita dai titolari di ristoranti, bar, pizzerie, pub, pasticcerie. Ma c’erano anche il movimento “Le Partite Iva” ,  “Movimento Imprese e Ospitalità” (#MioItalia) e il gruppo “Brigate di Sala e Cucina”, composto da chef, direttori di sala e camerieri. Non sono mancati rappresentanti del mondo dello spettacolo, della cultura, dello sport.

In piazza hanno parlato Raffaele Fiaccavento, presidente di Co.Ri.Sicilia, Ilda Migliorino, segretaria di Co.Ri.Sicilia, Monica Furnaro, Barbara Cannata, del movimento “Le Partite Iva”, Amedeo Monopoli, di “#MioItalia”.

Sono intervenuti anche Stefania Ridolfo (delle Brigate di Sala e Cucina), Federica Bisegna, della compagnia G.o.d.o.t. per il settore teatro e cultura, Peppe Firera, in rappresentanza degli animatori di eventi ed un giovane diciasettenne, figlio di un ristoratore che ha letto una commovente lettera indirizzata ai parlamentari ed alle istituzioni.

Una delegazione, composta da Raffaele Fiaccavento, Barbara Cannata e Amedeo Monopoli è stata ricevuta dal prefetto, Filippina Cocuzza. I ristoratori hanno chiesto l’apertura di un tavolo permanente a livello nazionale per concordare tutte le procedure per una immediata apertura in sicurezza dei locali di ristorazione. “Le nostre attività sono chiuse da mesi e non abbiamo ristori, ma solo briciole – ha detto Raffaele Fiaccavento – la misura è colma. Abbiamo messo a punto tutti i protocolli di sicurezza che ci sono stati chiesti, ma siamo stati costretti lo stesso alla chiusura. La soluzione è solo una: chiediamo di poter tornare a lavorare, garantendo il rispetto di tutte le misure previste”.

«Il prefetto ha ascoltato le nostre richieste – ha detto Barbara Cannata – e si farà portavoce presso il governo. Questa è una richiesta di “equità sociale”: la nostra categoria non può essere l’unica ad essere penalizzata. Da tredici mesi non lavoriamo, noi non facciamo parte dei cosiddetti “garantiti”. Accanto all’emergenza sanitaria, in Italia, esiste l’emergenza sociale: anche i nostri dipendenti e le loro famiglie sono stati abbandonati e sono sulla strada: oggi non hanno più un reddito. Siamo persone: le persone hanno una dignità che va rispettata! Chiediamo al governo l’apertura immediata di un tavolo di concertazione per giungere rapidamente alla riapertura».

Ilda Migliorino, segretaria di Co.Ri.Sicilia, ha aggiunto: «La massiccia partecipazione di oggi è un segnale importante. Finalmente c’è un risveglio di tutte le categorie per portare avanti la stessa battaglia. È importante la partecipazione, la mobilitazione di tutti e l’organizzazione partendo dal basso. Ad oggi nessuna associazione di categoria è scesa in piazza a sostegno dei movimenti autonomi. Abbiamo avuto invece il sostegno e la solidarietà di molti cittadini e lavoratori».

Stefania Ridolfo, rappresentante delle “Brigate di sala e cucina” ha detto: «Questo lavoro è la mia passione: ho cominciato a 16 anni e oggi ne ho 28. Abbandonare la sala, per noi, è come abbandonare un figlio. Noi operatori della ristorazione abbiamo rispettato tutti i protocolli di sicurezza. Ci hanno chiesto di ridurre i numeri: lo abbiamo fatto. Ci hanno chiesto di garantire le distanze: lo abbiamo fatto. Nessun settore ha rispettato le regole come il nostro, eppure solo noi siamo costretti a pagare un prezzo troppo alto».