Sono trascorsi 365 giorni. Li abbiamo contati uno ad uno. In alcuni periodi, veramente, i giorni erano talmente uguali che avevamo perso la cognizione del tempo e conoscevamo perfettamente lo spazio entro cui muoverci, sempre lo stesso, identico: la nostra casa. All’inizio non abbiamo ben compreso quello che ci ha comunicato attraverso le dirette Tv e sui social, l’allora presidente del Consiglio. Dall’oggi al domani, abbiamo saputo di dover rimanere a casa e alcune parole sono diventate di uso corrente, comune e persino ovvie, come lockdown. Abbiamo subito preso il telefono e chiamato i nostri parenti più vicini, i nostri amici, i nostri colleghi di lavoro e i clienti. Non sapevamo nulla. Non avevamo contezza di ciò che stava accadendo e che si sarebbe protratto per oltre un anno ed ancora oggi non vediamo via di uscita. Sono trascorsi 365 giorni da quella sera quando l’allora presidente del Consiglio, non potendo far diversamente nell’immediato, ha chiuso tutto e ha pigiato il tasto stand by sulle vite di ciascuno. In questi lunghissimi 365 giorni, abbiamo perso persone a noi care, abbiamo attraversato la solitudine, abbiamo temuto per la salute dei nostri cari e anche per la tenuta del nostro lavoro, abbiamo vissuto la nostra casa come quel luogo sicuro e sanificato, dove non era consentito entrare. Forse siamo diventati più coscienziosi, probabilmente abbiamo meglio compreso e sperimentato il significato dell’umanità, forse ci siamo talmente chiusi in noi stessi da non aver più contezza di quello che potrà avvenire in un futuro, speriamo, non troppo lontano. Siamo persone del terzo millennio, dotate di tante aspettative, che ci godevamo innumerevoli comfort, che viaggiavamo, andavamo ai concerti, visitavamo mostre, pranzavamo e cenavamo al ristorante, andavamo a fare shopping, passeggiavamo in riva al mare, incontravamo i nostri amici, lavoravamo insieme ai nostri clienti, consumavamo l’aperitivo, incontravamo persone… forse, però, è meglio dire che tutto questo lo facevamo prima degli ultimi 365 giorni. Adesso non sappiamo, è come se abbiamo perso le coordinate della nostra vita. Leggiamo articoli di testate giornalistiche nazionali piuttosto che commenti lasciati andare sui social, dando quasi uguale dignità ad entrambi; guardiamo i tg nazionali e regionali, speriamo sempre che ci sia qualcosa di nuovo, ma pare di no! Sappiamo bene come siano stati gli ultimi 365 giorni, temiamo i prossimi 365. Abbiamo paura che la normalità, così tanto calpestata e non considerata, ma oggi agognata e desiderata, non la riconosciamo più! Allora forse conviene già da domani, il nostro 366 giorno, cominciare a disegnare i nostri personali scenari per affrontare i prossimi mesi… accada quel che accada!