Anche nella provincia iblea è partita la campagna congiunta di sicurezza stradale “TRUCK&BUS” promossa da ROÁDPOL – European Roads Policing Network – nel periodo dall’8 al 14 febbraio 2021.
L’iniziativa, svolta con il supporto della Commissione Europea, si inserisce con la finalità di creare una rete di cooperazione operativa tra le Polizie Stradali Europee e con l’ulteriore obiettivo di ridurre il numero di vittime della strada e degli incidenti stradali, in adesione al Piano d’Azione Europeo 2021 – 2030, attraverso operazioni internazionali congiunte di contrasto delle violazioni ed all’interno di specifiche aree strategiche, che vedono la recrudescenza di episodi di illegalità nel settore dell’autotrasporto, nelle quali si delinea anche il territorio ragusano.
In occasione di tale operazione la Sezione Polizia Stradale di Ragusa ha predisposto sull’intero territorio provinciale un’intensificazione dei controlli dei mezzi pesanti adibiti al trasporto di merci, sia d’immatricolazione nazionale sia straniera, con la precipua finalità di elevare gli standard di sicurezza stradale, armonizzando l’attività di prevenzione e controllo, i cui risultati sono stati veicolati e monitorati dal Gruppo Operativo ROADPOL.
Di quanto sopra, non si sono fatti attendere gli importanti risultati scaturiti dall’operato degli specialisti della Polizia Stradale ragusana che, nel periodo di riferimento, hanno controllato 63 complessi veicolari, contestando 34 violazioni di cui 11 attinenti alla contraffazione dei dispositivi cronotachigrafici e di rilevamento dei dispositivi anti-inquinamento.
In particolare, dall’attività specifica è emersa all’attenzione degli operatori una costante evoluzione delle tecniche di alterazione e contraffazione degli impianti cronotachigrafici, ben differenziata a seconda della provenienza geografica dei veicoli e dell’utenza, attuata attraverso dispositivi opportunamente e sapientemente occultati nelle matasse elettro-meccaniche degli impianti di rilevazione, coibentati da interposizioni di finte scatole o pannelli, che hanno complicato maggiormente la rilevazione della modulazione lineare dei cavi e la contestazione oggettiva dei congegni incriminati.
Tra queste, a titolo solo esemplificativo, installazioni di emulatori all’interno del sistema “Ad Blue”, come il pulsante magnetico nella linea “CAN- Controller Area Network” che insiste sulla centralina principale del veicolo, alterando anche la regolarità dei dati del cronotachigrafo, nonché rilevata anche la tecnica del sensore Kitas modificato all’interno tramite attivazione da remoto di un pulsante o telecomando collegato, o della semplice ma altrettanto efficace interposizione di una pellicola (es. quella radiografica) che viene inserita nella slot della carta del conducente, con il risultato di far registrare il veicolo in pausa, pur se circolante.