La Corte d’Appello di Catania dopo sei ore di Camera di consiglio ha confermato la condanna a 9 anni di reclusione per Rosario Greco che l’11 luglio 2019 in via IV Aprile a Vittoria, intorno alle 20,50 guidando un suv, è piombato su due bambini che stavano giocando seduti sull’uscio di casa.
Alessio D’Antonio, 11 anni, è morto sul colpo; il cuginetto Simone, suo coetaneo, ha lottato in ospedale: si è spento durante i funerali di Alessio.
Dopo la sentenza di Appello che conferma la pena a 9 anni di reclusione per Rosario Greco, arriva il commento dell’avvocato Daniele Scrofani che rappresenta le famiglie D’Antonio assieme all’avvocato Enrico Cultrone: “Per il rito scelto dalle difese in primo grado, Greco è stato condannato ad una pena elevata seppur ridotta per effetto proprio del rito abbreviato. Naturalmente nulla potrà riportare i bambini all’affetto delle loro famiglie. Il fatto che in Appello la condanna sia stata confermata – conclude Scrofani -, perlomeno non aggiunge altro dolore a quello che i genitori e i parenti dei bambini portano quotidianamente dentro di se”.
Il problema, quindi, è la legge, che non consente una condanna esemplare per chi uccide due bambini che giocano, sereni, davanti la porta di casa.
Le famiglie D’Antonio chiedono da tempo che venga riformata la legge sull’omicidio stradale che nel tetto massimo di pena applicabile prevede pene inferiori all’omicidio.