Il commercio di opere d’arte trafugate è sempre florido. I dati nazionali parlano di numeri in costante aumento, perché evidentemente c’è chi quell’opera la ama tanto che la vuole tutta per sé, sottraendola alla collettività.
Per fortuna il lavoro delle forze dell’ordine, carabinieri in primis, è continuo per recuperare gli oggetti rubati e restituirli alla pubblica fruizione.
Quello che poteva fare pensare a un ‘ordinario’ furto di opere d’arte si è invece rivelato uno strano scherzo del destino o, se si vuole, un mix di concomitanze che hanno portato, per circa 50 anni, due antichissime tele a soggetto religioso, all’esterno del tempio nel quale erano state custodite.
Il lavoro prezioso di ricerca è di una docente di Modica, la professoressa Maria Terranova, che insegna al Liceo a Modica.
I due dipinti in questione, due tele risalenti alla fine del XVIII sec., opera del pittore Giovan Battista Ragazzi, e facenti parte di un ciclo pittorico di 7 dedicato alle vite dei Santi, erano custodite presso la locale basilica di Madonna delle Grazie.
Il ciclo pittorico custodito all’interno del luogo di culto costituisce un’importante testimonianza storica riferibile al contesto monastico conventuale dell’Ordine dei Mercedari Scalzi di Siviglia, a cui apparteneva la Basilica: le due tele recuperate rappresentano infatti San Pietro Nolasco, fondatore dei Mercedari, e la Beata Marianna.
Già negli anni ’70 quelle tele erano state portate via dalla Chiesa. Ma non erano state rubate. Questo si è appurato dopo che, nel mese di luglio, grazie alla preziosa ricerca della studiosa modicana, è stata effettuata, con grande competenza ed appassionata ricerca archivistica, la ‘via’ per recuperarle.
Il 15 luglio dello scorso anno, il parroco della chiesa della Madonna delle Grazie, dopo aver ricevuto lo studio della docente, ha quindi segnalato l’ammanco delle opere ai carabinieri. Si è subito capito che dovevano essere state smarrite nel corso dei numerosi restauri effettuati all’interno della chiesa a partire dagli anni ’60 del secolo scorso.
Grazie alle ricerche, le opere sono state ‘localizzate’. Erano nello studio del pittore Valente Assenza, a Roma. L’artista era morto alla fine degli anni ’90, e anche il parroco era scomparso. I due preziosi dipinti, quindi, erano rimasti custoditi, in attesa di tornare a splendere in chiesa.
È stata la figlia del pittore, Eliana Assenza, a individuare le opere custodite nello studio del padre e a restituirle.
Ora sono lì, e attendono solo di essere ammirate.