Arriverà, questo Dpcm, più atteso di Babbo Natale, più temuto della scadenza delle tasse.
Il Natale della confusione prima che del coronavirus.
Al governo si litiga su tutto, Natale incluso. E così, mentre rigoristi e sostenitori della linea morbida limano il testo, nuove anticipazioni (che forse saranno superate tra qualche ora), emergono.
“Sarà una deroga mirata, da autocertificare in caso di controlli. Permetterà limitatissimi ricongiungimenti familiari nei giorni di zona rossa nazionale. Un’eccezione pensata per gli anziani soli, oppure per due fratelli che trascorrerebbero altrimenti un Natale senza compagnia. I criteri sono due, essenzialmente. Primo: sono consentiti incontri tra congiunti non conviventi soltanto per il primo e secondo grado di parentela. Genitori e figli, dunque, nonni e nipoti, fratelli. Esclusi zii e cugini. Esclusi gli amici. Secondo: la deroga è consentita al massimo a due persone. Chi sarà fermato, dovrà rispettare questo criterio”. È quanto riporta il sito di Repubblica.
Che fa anche alcuni esempi: “Un figlio che va a trovare un padre, ad esempio, non dovrebbe muoversi con più di un membro della famiglia per volta. Un modo per garantire che anche chi ospita, lo faccia aprendo la casa al massimo a due familiari non conviventi”.
Le giornata da zona rossa: almeno otto. Si tratta dei festivi e prefestivi nel periodo che va dal 24 dicembre al 3 gennaio. Dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio.
Conte non molla, questo è il massimo. I rigoristi chiedono “un lockdown totale dal 24 dicembre al 6 gennaio, accompagnato anche dallo stop ai movimenti extracomunali dal 21 dicembre”.
Si discute, si tratta e – si spera – si decide.
“I dubbi dovrebbero essere sciolti questa mattina, in un vertice slittato ancora una volta ieri a causa della verifica di governo. Poi il testo sarà presentato alle regioni e ai comuni, quindi discusso in un consiglio dei ministri in agenda per le 18, infine presentato agli italiani con una conferenza stampa serale”. Ricostruisce ancora Repubblica.