Sì a battesimi e prime comunioni, ma messa di Natale terminerà alle 21,30

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Responsabilità, prudenza, discernimento, sensibilità: è quanto il vescovo di Ragusa, monsignor Carmelo Cuttitta, sollecita a tutti i sacerdoti per vivere nel modo migliore le imminenti festività natalizie, tenuto conto della «precarietà quadro epidemiologico». Alla vigilia della solennità dell’Immacolata, il vescovo ha inviato una lettera a tutti i sacerdoti allegando una sorta di decalogo con i comportamenti da tenere almeno sino all’Epifania.

«I recenti provvedimenti delle autorità civili – ricorda monsignor Cuttitta – hanno riportato tutto il territorio della Diocesi nell’ambito della “Zona gialla”.Si tratta, senz’altro, di un fatto positivo, tenuto conto che proveniamo da un periodo di “Zona arancione”, con alcuni comuni della Diocesi inseriti nel numero delle “Zone rosse”. La positività di questa situazione, tuttavia, se, da un lato, consente alle nostre comunità di ricominciare a riattivare un’attività pastorale più strutturata, dall’altro richiede a tutti – pastori e fedeli – di non abbassare la guardia, mantenendo un atteggiamento di vigile prudenza, tenendo conto che la pandemia non è finita e il virus ancora circola: ce lo ricordano l’alto numero di contagiati e le vittime che ancora piangiamo, tra le quali desidero ancora una volta ricordare don Romolo Taddei e don Raffaele Campailla. Li affidiamo, insieme a tutti i defunti a causa del Covid, alla bontà misericordiosa di Dio».

Il vescovo rimarca quindi che non è «venuta meno la necessità di navigare a vista, tenuto conto della precarietà del quadro epidemiologico», e fornisce alcune indicazioni pratiche che si rifanno anche al protocollo firmato tra il Governo italiano e la Conferenza episcopale.

Questi i dieci punti che il vescovo pone all’attenzioni dei sacerdoti:

  1. Le Messe vengano celebrate regolarmente, secondo le disposizioni vigenti; venga curata in particolare – tenuto conto della situazione – la ripresa della celebrazione delle Messe domenicali dei bambini.
  2. Le celebrazioni previste per la notte di Natale, la sera del 24 dicembre, nonché tutte le altre celebrazioni serali, devono concludersi entro le 21:30, per consentire ai fedeli di ritornare a casa entro le 22.
  3. Possono aver luogo in Chiesa l’Adorazione eucaristica comunitaria e la celebrazione delle Novene.
  4. Durante il periodo natalizio e nel giorno dell’Epifania non avranno luogo processioni di alcun tipo, neanche informali e all’interno della chiesa.
  5. È possibile celebrare i battesimi, le prime confessioni e le prime comunioni.
  6. La catechesi e le altre attività pastorali di gruppi, movimenti e associazioni, possono essere svolte in presenza oppure online, secondo la prudente valutazione della situazione.
  7. Considerata la loro grande fragilità, continua ad essere sospesa la visita a casa di anziani e malati – da parte dei presbiteri o dei ministri straordinari – per portare loro l’eucaristia, a meno che non si tratti di amministrare l’unzione degli infermi in caso di necessità.
  8. In considerazione della necessità di non creare assembramenti e occasioni di incontro che potrebbero favorire la circolazione del virus, per quest’anno si evitino tutte le iniziative devozionali e ludico-ricreative ordinariamente organizzate durante le feste natalizie (feste, tombolate, mostra di presepi, presepi viventi, serate di fraternità, etc).
  9. Le chiese, come sempre, rimarranno aperte, insieme agli uffici parrocchiali: ricordo a tutti l’importanza, nel tempo forte dell’Avvento, di accostarsi al sacramento della riconciliazione; i pastori, dal canto loro, facciano di tutto per assicurare – con tutta la sicurezza – che i fedeli vi possano accedere.
  10. L’attività caritativa prosegue, garantendo, al fine dell’asporto, l’accesso solo a una persona per volta e sempre con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, anche per l’attività di consegna dei generi di prima necessità a domicilio.

«Queste indicazioni – sottolinea il vescovo – vengono affidate al vostro prudente discernimento e alla vostra sensibilità di pastori, che conoscete in modo peculiare e approfondito le singole realtà in cui operate».

In conclusione, monsignor Cuttitta, invita tutti a considerare attentamente il fatto che, «sebbene quest’anno il Natale non possa essere vissuto nel modo consueto a cui siamo abituati, le circostanze in cui ci stiamo trovando possono senz’altro aiutare le nostre comunità a concentrarsi sulla sostanza dell’evento della Incarnazione: ciò significa adoperarsi per trasformare l’essenzialità e la sobrietà, che dovranno contraddistinguere particolarmente le feste di quest’anno, in opportunità propizia per una accoglienza e meditazione più profonda del mistero del Verbo di Dio, che nasce fragile per venire a salvare dall’interno la fragilità della nostra umana condizione; una fragilità che la pandemia sta abbondantemente e dolorosamente facendo uscire allo scoperto. Nel rinnovarvi la mia vicinanza, affido tutta la nostra comunità diocesana – conclude monsignor Cuttitta – alla onnipotente debolezza del Bimbo di Betlemme e, nel salutarvi con affetto, auguro a voi e alle vostre comunità di vivere in modo pieno e fruttuoso – anche se diverso – questi giorni, in cui Dio, nostra unica speranza, viene sulla Terra».