“Chi apre la porta di una scuola chiude una prigione”. Lucia Molè ha scelto una frase di Victor Hugo per spiegare il senso del suo gesto: semplice, senza la ricerca di un clamore, che è vissuto più come bisogno interiore che come ‘protesta’, anche se spera che questo serva per far capire come i ragazzi, una parte di loro perlomeno, vorrebbero tornare in aula.
Il suo messaggio è ‘forte’: questa studentessa di quarto ginnasio al Liceo Umberto I di Ragusa si è piazzata su una panchina fuori dalla scuola, ha messo accanto a sé il cartello, ha aperto il suo pc e ha iniziato da lì la sua lezione a distanza.
Il retro del Pc dice tutto: “Presente 100%”. Lucia non è sola, perché accanto ha i suoi genitori. Nessuno ancora l’ha seguita, ma mai dire l’ultima parola. Perché il suo gesto semplice può suscitare una condivisione.