Condividiamo una riflessione-provocazione di don Ignazio La China, sacerdote in servizio pastorale a Scicli, in merito alla (stucchevole!) polemica sull’orario della messa di Natale:
“Il 25 dicembre 2020 non nascerà nessuno perché Gesù detto poi di Nazareth è nato a Betlemme 2000 e rotti anni fa per cui smettiamola con le paranoie (da tutte le parti) spesso solo frutto di ignoranza e spero non di malizia per stabilire a che ora si debba far nascere il Bambinello. Che a me risulta essere ormai abbastanza cresciutello. Se è vero come è vero che la liturgia è la ripresentazione sacramentale degli eventi della vita di Cristo, e se anche la celebrazione è inserita in un tempo e in uno spazio che può aiutare a vivere il memoriale in una cornice storica, la validità non dipende da queste coordinate. Ma dalla Parola e dallo Spirito che innestano nel mistero celebrato. Che significa? Basta aprire un messale romano per capirlo, dove trovi la celebrazione di ben quattro messe di Natale: della vigilia, della notte, della aurora, del giorno. Che scandiscono le tappe degli eventi della nascita. Si possono fare tutte quattro o solo una ma sono tutte messe di Natale. E la scelta è data dalla opportunità pastorale di cui unico giudice è il celebrante e unico criterio il bene dei fedeli. Quello che importa è celebrare il Natale e non a che ora celebrarlo. E non può essere alcun altro al di fuori del parroco a stabilirlo. Occorre aggiungere altro? Il Natale è il compleanno di Gesù. Importante non dimenticare il festeggiato e non a che ora fargli gli auguri”.