L’emergenza Coronavirus ha esposto e continua a esporre il personale sanitario a un forte stress. Gli operatori sanitari della UOC di Terapia Intensiva, direttore dr. Luigi Rabito, dell’ospedale Giovanni Paolo II, medici, infermieri e altre figure, tra cui anche uno psicologo, hanno elaborato delle linee guida per gestire, nel modo migliore, anche il tempo in cui non si è in servizio, decomprimendo lo stato emotivo.
Nello specifico si tratta di punti di riferimento che aiutano ad affrontare il post lavoro.
- Cercare di mantenere stili di vita salubri, mangiando e idratandosi a sufficienza in modo sono per essere in condizioni di affrontare la pressione della realtà lavorativa emergenziale che viene inevitabilmente accumulata. Concedersi sonno e riposo adeguato e ricaricarsi, fare un po’ esercizio fisico.
Le situazioni di stress e le emozioni associate possono far insorgere sensazioni di impotenza e inadeguatezza del proprio lavoro. È importante riconoscere ciò che si è in grado di fare per aiutare gli altri e identificarsi come risorsa.
- Valorizzare anche i piccoli risultati positivi, riflettere su ciò che non è andato secondo le aspettative, riconoscendo i limiti legati alle circostanze.
- Stare in contatto con gli stati d’animo personali ed essere consapevoli del carico emotivo, imparando a riconoscere e ad accogliere sintomi fisici e psicologici secondari allo stress. Cercare di circoscrivere i commenti, le condivisioni le riflessioni e le impressioni sulle criticità lavorative, preferibilmente e direttamente sul posto di lavoro, insieme ai colleghi per creare una barriera più possibilmente impermeabile agli echi ridondanti che si possano portare a casa o sui mezzi social.
- Prendersi cura e incoraggiare i colleghi a farlo, aiuta ad essere disponibili anche con i pazienti e i loro bisogni.
- A casa, rimanere a contatto con la famiglia, gli amici, gli hobbies, parlare, dare e ricevere sostegno decomprimersi e ricaricarsi con attività piacevoli e rilassanti.