Dopo la dichiarazione della zona rossa, decisione che – visti i numeri costanti e preoccupanti che si sono registrati già da diversi giorni – arriva con ritardo, ci si aspetta dalla Regione una parola chiara, e definitiva, sulle elezioni comunali.
Mentre i candidati sindaco Gurrieri, Sallemi e Di Falco appaiono sempre più propensi a confermare la linea dello slittamento del voto, ‘lanciato a rete’ Ciccio Aiello non vuol sentire ragioni: vuole vincere, a tutti i costi.
Aiello sa di avere un certo vantaggio e qualche mese di stop rischierebbe di lasciare ‘spazio’ ai suoi avversari. E così pompa sugli slogan, urla ai complotti, veste i panni del liberatore della città che manco Beppe Grillo ai tempi dei Vaffa Day avrebbe potuto eguagliarlo.
Il lungo periodo di commissariamento, è pacifico, ha lacerato la città, e a buon ragione i vittoriesi possono dire di essersi sentiti ‘soli’. La distanza tra il Palazzo e la città è incolmabile, con una triade commissariale (a ‘trazione’ Dispenza) totalmente distaccata dalla ‘vita’ della città, in un periodo in cui sarebbe stato necessario partire da confronto e convergenza di obiettivi.
Tuttavia, oggi, il dado è tratto: un boom di contagiati, tantissimi in isolamento volontario perché a contatto con persone risultate positive. Dalla mezzanotte di oggi Vittoria è zona rossa, con controlli all’ingresso e all’uscita.
Durerà una settimana, ma è chiaro che si tratta solo di una data orientativa: saranno poi i numeri a dire se occorrerà – come già avvenuto per altre città – una proroga.
In questo contesto resta ancora in piedi la data del 21 e 22 novembre per votare.
Pare ci sia un fuggi fuggi, però, di presidenti dei seggio, e il Comune è costretto a cercare sostituti. Non va meglio per gli scrutatori. E anche il personale comunale è preoccupato. Non a torto, per diverse ragioni.
La prima: 69 seggi, più un numero indefinito di ‘seggi volanti’, quelli che cioè dovrebbero andare casa per casa a far votare infetti e persone in isolamento. Visti i numeri sarà una sorta di mission impossible.
La seconda: lo spostamento per le votazioni. Per quanto siano su due giorni (o meglio un giorno e mezzo) evitare assembramenti fuori dai seggi è una sorta di chimera.
La terza: lo spoglio. Al momento dello spoglio, nei seggi, c’è sempre una gran confusione, per buona parte inevitabile. Presidente, scrutatori, rappresentanti di lista per ogni candidato sindaco e per ogni lista. Una babele.
La scelta è dura: sarebbe ora di avere una nuova amministrazione. Ma non a tutti i costi, se davvero l’intento di chi si candida a governare la città è il bene dei cittadini.