“Ci sono tutta una serie di chiarimenti che si devono avere, con la massima urgenza, riguardo la potenziale contaminazione del sito ‘Area pozzo Ragusa 16’ nei pressi del torrente Moncillè, in cui sarebbero finiti oltre 1500 metri cubi di greggio, frammisto ad acqua al 25-30%. Una vicenda in cui ci sono da chiarire anche e soprattutto le responsabilità politiche, che sono sicuramente di negligenza ma che non vorremmo fossero anche di altra natura. Ed in questo senso è assordante il silenzio di questi giorni di tutti gli amministratori politici, sia comunali che regionali”. È il senso della nuova interrogazione presentata dal gruppo del M5S all’Ars, prima firmataria la deputata regionale Stefania Campo, indirizzata al presidente della regione, Nello Musumeci e agli assessorati competenti. “La vicenda – ricorda Stefania Campo – è nota. Nella primavera del 2019 si è appreso che nell’area di estrazione di contrada Moncillè a Ragusa, di proprietà dell’Enimed, si registrava uno sversamento di petrolio che interessava un bacino del fiume Irminio, la cui entità era allora ignota. Mi sono subito interessata della questione presentando una prima e apposita interrogazione alla quale mi è stato risposto, mesi dopo, come il problema fosse “di difficile identificazione” e che “il pozzo Ragusa 16, in prossimità del quale si registrava lo sversamento, era da qualche anno in fermo produttivo, riempito di soluzione salina acquosa e risultava tra i candidati a chiusura anticipata, proprio a causa dell’evento in questione”.
Intanto, proprio in questi giorni, l’ex Provincia di Ragusa ha redatto una relazione, trasmessa anche alla Procura, secondo la quale lo sversamento non sembrerebbe fermarsi. “La relazione – prosegue Campo – precisa inoltre come “le operazioni di messa in sicurezza d’emergenza sullo sversamento dove ha luogo la contaminazione, sono tuttora in corso” e che tale sversamento non sarebbe addebitabile a una “risalita naturale”. Insomma, dalla relazione del Libero Consorzio di Ragusa traspare il sospetto che il gestore dell’impianto voglia occultare una propria responsabilità circa la causa dello sversamento. Ma come detto, è soprattutto la politica, sia a livello comunale che regionale, che deve dare risposte e fugare ogni legittimo dubbio. Con che frequenza e da chi vengano effettuati i controlli ambientali nelle zone territoriali del ragusano interessate da attività di estrazione petrolifera? Quando sono stati effettuati gli ultimi controlli e quali sono i risultati?”.